lunedì 11 settembre 2017

Parliamo di Antonio Masseroni


Antonio Masseroni



Sabato mattina avevo appuntamento con Antonio Masseroni, l'autore di Roseto degli Abruzzi che avete conosciuto qualche giorno fa su questo blog. Dovevamo passare insieme dieci  minuti fra una commissione e l'altra e, invece, i dieci minuti si trasformarono in un'ora e anche più. Quello che potete leggere di seguito è il risultato della nostra bella chiacchierata.


Ciao Antonio e benvenuto sul giardino dei girasoli. Ti va di raccontarci un po' chi sei?

Ciao a voi e grazie per questa intervista. Vivo a Roseto degli Abruzzi, una splendida città baciata dal mare, e sono papà di due magnifici bambini. Fin da piccolo ho avuto una grande passione per la musica, interesse che coltivo ancora attivamente. Sono stato sempre un grande divoratore di libri di ogni genere e, da circa tre anni, ho scoperto anche il piacere della scrittura. Per me si è aperto un mondo meraviglioso e inaspettato. Ho attualmente pubblicato due romanzi e il terzo è in uscita ad ottobre.

Qual è stata la tua formazione e quale l'autore che ha influenzato il tuo modo di scrivere?

La mia formazione scolastica è molto lontana dalla scrittura, infatti sono laureato in discipline economiche. Tuttavia la passione per la lettura è riuscita sempre a portarmi in mondi lontani e straordinari, reali o frutto di fantasia. Scoprire di riuscire a creare io stesso quelle storie, quelle avventure immortali, è stata un’esperienza senza precedenti.
Per quanto riguarda le influenze, non ne esistono di particolari, in realtà sono tantissime. Come mi disse una volta un caro amico esperto di scrittura: ognuno di noi, in fondo, scrive ciò che legge. Mi sono perso tante volte tra gli incubi di King, ho viaggiato nello spazio oscuro di Dick e Asimov, nelle grandi avventure di Tolkien, nelle distopie di Ballard e in tantissimi altri luoghi che non finirei più di citare. Credo siano tanti diversi ingredienti che, dosati in quantità ignote e segrete, diano vita allo stile di ogni scrittore.

Il tuo percorso di scrittura: i pro e i contro delle scelte effettuate fino ad oggi

Dal romanzo nel cassetto alla prima pubblicazione, in realtà il passo è stato breve. “La nostalgia dell’acqua” ha visto la luce nel 2014 grazie alla Artemia Edizioni. È stata un’esperienza del tutto nuova e molto emozionante. “Riverberi d’ombra” era pronto neanche un anno dopo; un lavoro per certi versi più maturo e più difficile, visti i temi trattati, una sfida con me stesso che mi ha regalato anche la soddisfazione di essere premiato al premio internazionale Città di Cattolica.
Non parlerei di pro e contro, diciamo che credo che ogni scelta sia stata giusta nel momento in cui si è presentata. In genere cerco di trarre qualche insegnamento e una piccola lezione da ogni momento, anche quelli che sembrano difficili.

Il tuo ultimo romanzo verrà pubblicato con la Infinito Edizioni, una casa editrice Non a Pagamento di Modena. Come ti sei trovato a lavorare con loro?

Lavorare con la Infinito Edizioni si sta dimostrando un’esperienza che mi sta arricchendo molto. Con loro ho avuto fin da subito un’impressione di grande professionalità, oltre a tanta simpatia, che è un valore aggiunto impagabile. Per la mia attività di scrittore si è trattato indubbiamente di un passo molto importante, soprattutto perché “Le lune di Avel”, il mio terzo romanzo in uscita a breve, potrà contare su una distribuzione nazionale e sul supporto di un ottimo team editoriale. Pubblicare con loro è innanzitutto un piacere e trovo che ci sia stata da subito una grande sintonia.

Al tuo romanzo è legato anche un progetto molto particolare, che, però, nulla a che fare con la pubblicazione. Di cosa si tratta?

Si tratta del crowdfunding, ovvero la possibilità di acquistare in prevendita il romanzo, diventando di fatto sostenitori effettivi del progetto. È una forma di marketing digitale che spesso viene erroneamente confusa con altre pratiche di editoria a pagamento. Niente di tutto questo… Il crowdfunding accorcia i tempi e le distanze, estende il mercato a segmenti altrimenti difficilmente raggiungibili. Ho tanti amici lontani che avranno il piacere di leggere il romanzo non appena uscito, ricevendolo direttamente a casa e sentendosi un po’ parte della sua realizzazione.
Sono stato entusiasta di provare questo nuovo e innovativo canale di vendita, dalle grandi potenzialità. “Le lune di Avel” può essere già acquistato in prevendita a questo link: www.becrowdy.com/le-lune-di-avel

Essere scrittore in una piccola città e voler farsi conoscere da un vasto pubblico non è facile e non sempre scontato. Quali consigli potresti dare a chi, come te, scrive o vorrebbe scrivere?

Credo che essere scrittore sia soprattutto un piacere che va coltivato in quanto tale. Essere letti da un numero sempre maggiore di persone regala delle grandissime soddisfazioni, ma questo non deve mai far dimenticare la meraviglia e lo stupore che si provano quando si è chiusi in una stanza, davanti ad una tastiera, e improvvisamente intorno a te si manifesta un mondo che prima non esisteva. La piccola città ha il vantaggio del passaparola, delle amicizie su cui si può contare, soprattutto quando si è poco conosciuti. È come avere una barca a cui aggrapparsi, in un mare immenso. Molte persone mi hanno sostenuto e hanno creduto in me, quando ancora scrivere era nulla più di un sogno. Quello che sto facendo oggi è anche merito del loro supporto.
Il consiglio che mi sento di dare a chi vuole scrivere è: non cercate di essere ciò che non siete, non cercate le parole nel modo di scrivere degli altri. Non si può ingannare a lungo la pagina bianca, alla fine il vero te verrà fuori inevitabilmente, per cui conviene farci i conti da subito e accettare ciò che esce dalle proprie mani. E poi siate umili, perché non si smette davvero mai di imparare, ma rispettate voi stessi: in fondo, sono le vostre emozioni che scrivete sulla carta!

Come nascono le idee per i tuoi romanzi?

Spesso da sogni, oppure da immagini che mi colpiscono. Molte volte si tratta di emozioni che chiedono a gran voce di essere tradotte in storie e parole. Sono tanti pensieri orfani che iniziano letteralmente a ronzarmi in testa, in attesa di crescere e svilupparsi.
Molto spesso mi capita di pensare come prima cosa alla fine di una storia, al suo momento culminante. Da lì in poi, torna lentamente indietro, ricostruendo la storia, prima a grandi linee, poi arricchendosi sempre di più di personaggi, sfumature e dettagli.

Chi è o dovrebbe essere il tuo lettore ideale?

Il mio lettore ideale è chi leggendo si appassiona. Chiunque sia in grado di vivere le storie come se ne fosse il protagonista, di provare paura, commozione, rabbia, di piangere davanti ad una pagina. Provo emozioni molto forti mentre scrivo e la mia più grande gioia è scoprire, tempo dopo, di averle trasmesse al lettore attraverso la magia di una successione di parole.

Sei a favore del self publishing?

Non particolarmente, in quanto ritengo fondamentale il lavoro professionale svolto da una casa editrice, soprattutto in termini di editing. Se però l’alternativa è pagare per una pubblicazione con un editore, allora ritengo più utile impiegare quelle risorse per sfruttare al meglio i canali di self-publishing attualmente disponibili, ce ne sono di ben fatti.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Sicuramente continuare a scrivere! Le idee non mancano, anzi il problema spesso è quello opposto, gli spunti si sovrappongono e scegliere di volta in volta a quale dedicarsi diventa una scelta talvolta difficile. Ad ogni modo, creare nuove storie è sempre un piacere incredibile e penso che, in fondo, questa sia la mia più grande fortuna. Nel frattempo, stiamo facendo grandi passi, con il nuovo editore, con le iniziative che si fanno sempre più grandi e accattivanti. Spero di avere sempre più persone con cui poter condividere le mie avventure, perché sapere di aver regalato emozioni è qualcosa di indescrivibile.

Grazie e ciao a tutti!

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