giovedì 29 giugno 2017

Lorena Marcelli: Parole al vento

Lorena Marcelli: Parole al vento: “Io qui non ci dovevo venire!” Chiudo gli occhi risoluta, sperando che questo gesto sia sufficiente per far scomparire per sempre l...

Lorena Marcelli: Io qui non ci dovevo venire

Lorena Marcelli: Io qui non ci dovevo venire: “Io qui non ci dovevo venire!” Chiudo gli occhi risoluta, sperando che questo gesto sia sufficiente per far scomparire per sempre l...

Gli autori della Casa Editrice "Le Mezzelane" - Daniela Pandozi




Daniela Pandozi 

Daniela Pandozi nasce 54 anni fa a Latina. Vive però la sua vita tra Roma e i Castelli romani, con una parentesi di alcuni anni a Canino, in provincia di Viterbo, e non si sente di appartenere a nessun luogo in particolare.
La sua vita è stata molto varia, ma in questa ci sono dei punti fermi: i suoi due figli ormai adulti, l’amore per il suo attuale compagno, la passione per l’insegnamento, l’interesse per la pratica dello yoga.
Lo studio approfondito dello yoga inizia nel 1995 quando si iscrive all’EFOA University, dove ha modo di avvicinarsi anche all’ayurveda, allo shiatsu, alla naturopatia.
Inizia ad insegnare yoga ai Castelli romani già dal 1998 e da allieva della scuola EFOA diventa presto insegnante presso la scuola stessa: yoga per diventare insegnanti nella città di Torino, massaggio ayurvedico a Roma e Milano.

***
Il libro

Se assaggio lo yoga poi finisce che mi piace  



“Io sono cibo! Io sono mangiatore di cibo! Chi mi dona mi ha; sono il cibo e il mangiatore di cibo. Sono tutto l’esistente.” Taittirîya upanishad

Premesso che, come spiega Daniela, «non sono una autrice e non amo particolarmente scrivere, ma sono tanti anni che mi dedico all’insegnamento dello yoga e del massaggio ayurvedico che via via, qualcosa mi è sempre toccato mettere nero su bianco per i miei allievi».

Poi succede che incontra Maria Grazia Beltrami, editor della casa editrice Le Mezzelane, un vulcano pieno di idee, molto curiosa e di un entusiasmo irrefrenabile: «ma perché una persona di cinquant’anni suonati dovrebbe iniziare a praticare lo yoga? Perché non scrivi qualcosa?»

E così, galeotto un succulento piatto di ravioli conditi con dell’ottimo pecorino sardo, gustati nientepopòdimeno che a Berlino, prende forma questo libro che parla di yoga, un’arte che fa parte, credo da sempre, della sua vita.
Ma da subito si è posto un problema: come scrivere di una materia così vasta come è quella dello yoga, tra l’altro molto spesso male interpretato e divulgato - spesso frainteso-, in maniera semplice, comprensibile a chiunque, e breve? Il modo più semplice e diretto è quello di descrivere e guidare una lezione, una sequenza semplice adatta a chiunque o, per rispondere alla domanda di Maria Grazia, ad un gruppetto di cinquantenni alla loro prima lezione.
Con questo escamotage Daniela ha potuto spiegare qualche esercizio base, e di sviluppare   e spiegare tramite gli esercizi pratici, alcuni semplici concetti dello yoga.
La risposta di Daniela alla domanda di Maria Grazia? La più semplice ed ovvia, «per il semplice piacere di farlo». «Vedi questo piatto di ravioli condito con del saporitissimo pecorino sardo? Perché lo mangi? Perché ti piace.» Così dovrebbe essere anche per il yoga.
E per concludere, arriviamo al titolo: lo yoga va assaggiato, assaporato, masticato, praticato, e… se poi finisce che ti piace, allora sì, potrebbe essere un valido motivo per praticarlo.

Gli autori della Casa Editrice "Le Mezzelane" - Bruno Sebastiani

                           
Gli autori della Casa Editrice 

Bruno Sebastiani

autore di Mai e Sempre. 


Bruno Sebastiani nasce ad Albano Laziale, a sud di Roma, il 30 aprile 1947. Nasce in un paese e in un periodo storico in cui è palpabile la frenesia di liberarsi quanto prima delle scorie lasciate dal tremendo conflitto da poco concluso (la seconda guerra mondiale). Per la gran quantità di risorse destinate al nostro Paese per avviare la fase di risanamento, si delinea un periodo in cui tutto sembra possibile, specie in relazione alla scarsità di prospettive della generazione precedente. È questo il periodo in cui, per la necessità della ricostruzione, purché si abbia l’età adatta, è facilissimo trovare lavoro. Così, come moltissimi suoi coetanei vogliosi ma non in grado di puntare al bersaglio grosso frequentando l’università, Bruno Sebastiani frequenta un istituto tecnico e consegue il diploma di Perito Elettronico per inserirsi quanto prima e con le giuste credenziali nel mondo del lavoro. Difatti lavora, vince un concorso nelle Ferrovie dello Stato come macchinista e prende a guidare i treni, treni che col passare degli anni si fanno sempre più moderni, confortevoli, veloci, treni che lo portano in ogni dove entro i confini del Paese. Ma tutto questo correre lascia affiorare la necessità di trovare dei punti fermi, qualcosa in cui riconoscersi una volta sceso dal treno. Da qui prende origine la singolare abitudine di fissare sulla carta pensieri, riflessioni, intuizioni che più tardi inizia a elaborare in forma di libri. Bruno Sebastiani scrive libri per il piacere di scrivere e per il desiderio di scoprire, o meglio di imparare, in quanto ogni storia lo costringe ad affrontare numerose ricerche, specie in relazione alla sua preferenza per il romanzo storico, un genere che gli consente autentici tuffi nel passato. Attualmente vive nel comune di Velletri, più lontano dalla capitale dunque e più vicino alla campagna, più lontano anche dai compagni di lavoro di un tempo che incontrava nello scalo ferroviario di San Lorenzo, più lontano da quella sensazione paralizzante che sembra competere ad ogni individuo quando, per raggiunti limiti di età, viene messo a riposo. Difatti, sebbene senza l’assillo degli orari come accadeva prima, Bruno Sebastiani ancora adesso lavora alacremente alla stesura dei suoi romanzi che abbisognano in primo luogo di un numero incalcolabile di letture, letture che sottraggono tempo prezioso al suo hobby più significativo, il pianoforte. 
Negli anni ha scritto numerosi libri in cui i romanzi storici sono prevalenti ai romanzi di pura invenzione, come, tanto per citarne alcuni: Fiore di Maggio (Mayflower) che ripercorre le tappe che permisero la fondazione della prima colonia inglese nel NordAmerica. Le gelide acque della Sprea, ove si seguono le tracce della principessa Anastasia Romanova da Ekaterinburg a Berlino. L’assedio di Costantinopoli, terribile atto che nel 1453 mise fine all’Impero Romano d’Oriente. Boudicca, ove si parla della famosa regina degli Iceni la quale, nel 61 d. C., osò capitanare una poderosa rivolta nel tentativo di ricacciare i Romani dalla Britannia. Tra i romanzi di fantasia si possono citare: La maledizione della Traviata Nevja L’isola La spirale del tempo Passaggio in Irlanda.

***
Il romanzo 


Il titolo, Mai e Sempre, comporta l’ineluttabilità di alcune scelte: Mai si vorrebbe svelare un mistero che bene si sarebbe fatto al lasciare misterioso, ma Sempre, di fronte ad un mistero, si soggiace alla voglia di volerlo svelare.

Il libro, Mai e Sempre, edito da Le Mezzelane case editrice vuole evidenziare il senso di vuoto che rimane nel cuore di un bimbo quando, a tre anni, rimane orfano di padre, con l’aggravante che il padre, o meglio il suo cadavere, viene rinvenuto crivellato di colpi. Si tratta di una vicenda che determina un inciampo nel percorso della crescita e che l’autore ha ambientato in quel pezzo di Germania che si chiamava DDR. L’idea di ambientare la vicenda in un tempo ed in un luogo ormai “archiviati”, racconta l’autore, mi è venuta per il bisogno di ancorare a qualcosa di concreto il senso della memoria, memoria storica, memoria generazionale, memoria esistenziale. 
C’è un mistero nella morte del padre del mio protagonista. Ed è la voglia di svelarlo che guida i suoi passi successivi quando, da grande, come fece Telemaco, parte e lo va a cercare, parte con l’intento di svelarlo.

mercoledì 28 giugno 2017

Romanzo popolare - Lucia Guida


Romanzo popolare - Lucia Guida
Autore: Lucia Guida
Pagine: 174
Prezzo  cartaceo: 12,50 euro, 
Prezzo ebook: 2,49 euro
Uscita:  18 febbraio 2016
Casa Editrice: Amarganta
Versione cartacea in vendita su:


Sinossi

Destini incrociati di donne che vivono in una Pescara variegata. Donne che rinunciano ai propri sentimenti per il bene della famiglia. Donne capaci di inedita determinazione per offrire una possibilità agli affetti più cari. Donne che immolano se stesse per superare l'indifferenza di un amore incondizionato. Esistenze mortificate eppure sublimate da un indomito spirito di sacrificio. Ricorsi che illuminano di una luce nuova fatali coincidenze. Tratti comuni che emergono a dispetto di conoscenze reali. Motivi che si fondono, saldati assieme dall'esistenza disperata di Matteo, bello e perverso, malato dentro perché la mela non cade mai lontana dall’albero suo. 
"Romanzo Popolare" è la storia di due famiglie: i De Carlo e i Terrenzi, che abitano nel rione di San Donato, periferia sud di Pescara. 
È il 1965, e  la storia di Teresa e Maria, le due protagoniste più interessanti del romanzo, si intreccia a quella dei figli dell’una e dell’altra: Matteo, Giacomo e Lidia. 
Teresa è arrivata a Pescara da poco, dopo aver lasciato il paese dove ha sempre vissuto e dopo una scelta difficile, che si porterà dietro tutta la vita. 
Maria è  moglie di Michele e madre di Matteo, un ragazzino reso schivo e difficile da Michele, il padre alcolizzato, marito-padrone e spesso litigioso anche a lavoro. Due donne diverse e con un matrimonio infelice in comune; due donne forti e capaci di sacrificare se stesse per il bene delle persone a loro care; due donne vissute nel passato ma assolutamente moderne e rintracciabili in ogni donna che ci passa accanto ogni giorno.
Mi piacerebbe ascoltare la voce dell’autrice, quando parla di Maria e Teresa. Sono convinta che i suoi meravigliosi occhi  si riempiono di nostalgia e di vecchi ricordi… perché lei deve aver di certo conosciuto una Maria e una Teresa, nella sua vita.  
Romanzo popolare non è un romanzo gioioso, ma in qualche modo riempie il cuore di gioia perché Lucia Guida dà voce ai nostri pensieri, ai nostri rapporti, alle nostre amicizie, a noi. 
Noi donne, soprattutto. 
La donna che Lucia Guida ci fa conoscere non è una “donna di altri tempi” come lei è solita dire, quando la intervistano. La sua donna è quella che è e sarà sempre: una madre disposta a dimenticare se stessa e le sue passioni per far sì che i figli crescano in una famiglia che credono perfetta, pur intuendo che non lo è affatto. 
Ho avuto modo di leggere anche altro, di questa scrittrice, e ammetto che la sua scrittura discreta ed elegante è  in grado di far appassionare il lettore e di tenerlo incollato alle pagine dei suoi racconti, lunghi o brevi che siano.
Uno stile fluido, e una tecnica narrativa padroneggiata senza cedimenti, fanno di questo romanzo un “romanzo da ricordare” con i suoi toni soffusi, delicati ma amari, quasi rassegnati, a volte, così come appaiono rassegnate Teresa e Maria che imparerete ad amare, nonostante tutto.
Un finale doppio se volessimo esagerare. Il primo non ce lo aspettavamo proprio; il secondo lo abbiamo intuito fra le righe, ma anche qui l’autrice è stata brava a non farci proseguire la lettura con la convinzione di aver già capito. 
Sono convinta che potrebbe diventare anche un bellissimo film.

martedì 27 giugno 2017

Lorena Marcelli: Il decalogo del perfetto "aspirante scrittore"

Lorena Marcelli: Il decalogo del perfetto "aspirante scrittore": Il decalogo del perfetto aspirante scrittore Se avete deciso che nella vostra vita volete fare "l'aspirante scrittore&quo...

"Livia" di Francesca Petroni




Livia
di Francesca Petroni
Editore: Le Mezzelane
Pagine: 223
Genere: narrativa storica
Anno di Pubblicazione: 2017

Livia Drusilla Claudia nacque a Roma il 30 gennaio del 58 a.c. da Alfidia a da Marco Livio Druso Claudiano. Il diminutivo “Drusilla” fa dedurre che fosse la seconda figlia della coppia. A sedici anni, nel 42 a.c. sposò il cugino patrizio Tiberio Claudio Nerone, che combatteva nel partito dei congiurati. Quando l’esercito dei congiurati fu sconfitto nella battaglia di Filippi (42 a.c.), Claudiano si suicidò, mentre Tiberio continuò a combattere contro Ottaviano, passando dalla parte di Marco e Lucio Antonio. Nel 40 a.c. la famiglia di Livia fu costretta ad abbandonare la penisola italica, per evitare la proscrizione dichiarata da Ottaviano, e raggiunse prima la Sicilia e poi la Grecia.
Questo, più o meno, è quello che abbiamo imparato a scuola, quando abbiamo studiato la storia romana. Solo nozioni fredde e impersonali, che nulla ci dicono sulle persone che l’hanno fatta, sui loro sentimenti, sulle loro paure, dolori, tragedie. Quella che ci hanno fatto studiare non è la storia che avremmo voluto imparare. O meglio: che avremmo avuto il diritto di conoscere. Se avessimo letto “Livia” di Francesca Petroni ci saremmo innamorate di quel periodo storico che ci appartiene, ma che non conosciamo affatto. 

La Sinossi del romanzo ci fa fare un passo in avanti, rispetto alle nozioni che troviamo su testi didattici. Leggiamola insieme.

Livia e Gaio Ottavio, il futuro Augusto. Due fazioni, due famiglie rivali nella Roma più bella e sanguinosa della storia. Un viaggio attraverso gli occhi di quella che sarà la donna più potente dell’Impero, fra le tradizioni di una Repubblica che sta cedendo il passo di fronte all’avanzata dei carri scintillanti di Cesare e dei suoi legionari vittoriosi. 
Livia è solo una bambina quando Giulio Cesare oltrepassa il Rubicone, ma sente nella voce di suo padre quanto questo sia devastante per lo Stato a cui lui ha dedicato la sua vita. Lei è troppo giovane per capire le ripercussioni che questo avrà sulla politica ma, da quando ha incontrato il giovane Gaio Ottavio e si è persa nei suoi occhi di cristallo, si è fatta strada in lei la consapevolezza che la sua vita sia legata a doppio filo con le sorti di Roma, perché il giovane Ottavio le ha promesso che la sposerà, dovesse mettere Roma in ginocchio ai suoi piedi. 
Ma la strada è aspra e dolorosa e la speranza è a un passo dal perdersi in una fine che, in realtà, è un nuovo inizio. Una nuova alba per Roma e per quelli che ormai non sono più due adolescenti, ma un giovane uomo e una donna che la renderanno grande come non è mai stata e come, forse, non sarà mai più. 

“I tuoi lineamenti saranno cesellati di marmo e il tuo carattere personificherà le virtù più care a uno dei più grandi imperi della storia: quello di Roma.”

Non ci troviamo più davanti a personaggi storici inanimati e impersonali, ma a donne e uomini che hanno vissuto la storia prima di noi e che abbiamo la fortuna di poter conoscere e apprezzare come non ci è mai stato permesso prima. 
Scrivere un romanzo storico è un grande azzardo. Si rischia sempre di cadere in qualche trappola e si rischia anche che il lettore chiuda il libro non appena si accorge che c’è qualcosa che non  va. 
Guardate la foto di Livia; osservate la sua statua. Cosa vedete? Una bella donna, non ci sono dubbi, ma sareste in grado di descriverla e di farla muovere e agire a partire dal 49 a.c? Come si pettinavano i capelli in quel tempo? Come si chiamavano gli abiti che le donne e gli uomini indossavano? Quali gioielli appartenevano alle donne non sposate e in quale modo lo sposo le accoglieva nella nuova dimora? 
Francesca Petroni ci porta nell’antica Roma e ci fa entrare nelle case delle nobili famiglie romane, ma non lo fa con l’irruenza di un qualsiasi professore che snocciola nozioni su nozioni; lei ci fa “vedere” quello che avremmo visto se fossimo nati anche noi in quelle case. La scelta della narrazione in seconda persona, poi, è geniale. Trovo che sia perfetta per un romanzo storico di così alto livello. Attraverso il punto di vista di Livia ripercorriamo gli anni più importanti di Roma e dell’Italia intera: la caduta della Repubblica, l’assassinio di Giulio Cesare, la grandezza di Augusto. 
Gli occhi di Livia ci raccontano una storia difficile (e spesso considerata noiosa), con una semplicità disarmante che ci coinvolge e travolge emotivamente, facendoci appassionare alle vicende di tutti i personaggi che incontriamo durante la lettura. Personaggi perfettamente delineati anche se poco influenti nella trama, come ad esempio Nur Ahktep, l’ancella egizia che Livia porta con sé a Roma. Poche righe dedicate alla donna dalla pelle ambrata; poche righe che ce la fanno vedere e sentire subito, senza aver bisogno di lunghissime e dettagliate spiegazioni. 
Tutte le vicende sono contornate e dominate dalla storia d’amore fra Livia e Gaio Ottavio; una delle più belle storie d’amore di tutti i tempi; ancora più bella di quella fra Romeo e Giulietta, oserei dire. Due persone forti, intelligenti, caparbie e capaci di aspettarsi per anni, superando ogni sorta di ostacolo e di impedimento.
Livia non è semplicemente un romanzo storico. Livia È il romanzo storico che tutti dovrebbero leggere e far leggere. Soprattutto agli studenti.  

Francesca Petroni vive a Roma, è laureata in Giurisprudenza e ha un master in Management Marketing. Adesso lavora in una multinazionale che si occupa di giochi. In passato ha praticato a livello agonistico le arti marziali e ora è anche mamma di due splendidi bambini: Luna e Ludovico. Ha pubblicato “L’altro lato del sole” (La Corte editore, 2016), “Quando arriva la notte” (La Corte editore, 2017) e “Livia” (Le Mezzelane, 2017).


Link di acquisto: https://www.amazon.it/dp/B06ZZQ39CP
http://lemezzelane.altervista.org/francesca-petroni.html

Oggi ospitiamo


Andrea Ansevini


Oggi vi facciamo conoscere Andrea Ansevini, un giovane scrittore marchigiano pieno di passioni e di interessi diversi.  Con Andrea abbiamo bevuto un "caffè virtuale" e gli abbiamo chiesto di parlare di sé e delle sue attività. Ne è uscita fuori un'intervista davvero molto interessante. 

- Ciao, parlaci di te e  delle tue passioni

Ciao, mi chiamo Andrea Ansevini e sono nato a Offagna, un piccolo paese della provincia di Ancona, nel 1979. Lavoro come operaio da quasi 20 anni e sono sposato da 5 anni con Adele.
Mi piace molto la musica, la poesia, la lettura e la fotografia.
Sono diventato scrittore per hobby grazie alla  passione per la poesia e la lettura;  ai tempi delle scuole superiori già scrivevo qualche poesia che aveva attirato l’attenzione degli insegnanti e degli alunni.
Purtroppo, nel 1998, un nostro compagno di classe venne a mancare e in quella triste occasione mi chiesero di scrivere una poesia per ricordarlo. Da lì in avanti non mi sono più fermato e, a oggi, di poesie ne ho scritte più di 1000.
Grazie alla passione per la musica qualcuna è stata  trasformata in canzone e ho realizzato cd. Ho anche un canale Youtube sul quale carico i video che realizzo con le mie poesie/canzoni. 
Alcuni cd sono stati trasmessi dal mio amico Giancarlo Guardabassi di Radio Aut Marche, ma anche da varie radio regionali e nazionali, alle quali ho rilasciato interviste.
Ho preso parte anche ad alcune trasmissioni tv in cui ho parlato di me e di queste passioni. 
Inoltre ho anche preso parte a vari concorsi letterari riportando ottimi piazzamenti e risultati.
Al momento ho pubblicato un libro di raccolta di poesie e un romanzo. Tra non molto uscirà il secondo, mentre il terzo, che farà parte della trilogia, è quasi ultimato.
Ho partecipato più volte come giurato a concorsi letterari; inoltre sono socio di diversi circoli culturali dove leggo poesie.

Quali sono le tue letture giovanili e quali quelle di questo momento?

Da ragazzo mi piaceva molto leggere le poesie di Leopardi, di Ungaretti, Pascoli, Montale, Neruda.
Mi piacciono molto anche Dan Brown, Hemingway, Kerouac, Stephen King, Kafka e Oscar Wilde.
In questo momento sto leggendo molti autori italiani, fra i quali  “L’amica geniale” di Elena Ferrante, l’ultimo libro di Saviano, e ancora Alessandro Baricco e Margaret Mazzantini.

Cosa non leggeresti mai?

Non leggerei mai come libri a carattere religioso (anche se sono cristiano).

Cosa scrivi e cosa non scriverai mai?

Ancora oggi scrivo poesie, quando sono ispirato. Da un po' di tempo, però, mi sto concentrando su una trilogia. Il mio primo romanzo si intitola “La porta misteriosa” e tra non molto uscirà  “Oltre la porta”.
Non scriverei mai  fumetti, anche se mi piacciono molto. Per il resto mi piace sempre mettermi in gioco e sperimentare di tutto, dato che, come penso, non si finisce mai di imparare,

Cosa c'è nel tuo futuro?

Nel mio futuro c’è il nuovo romanzo “Oltre la porta” e prossimamente uscirà anche la terza e ultima parte. Ho anche altri  racconti e bozze per nuovi romanzi da parte, quindi man mano deciderò cosa pubblicare.
Ho anche nuovi cd con nuove poesie che inciderò da solo o con mia moglie Adele.

Hai ancora un sogno nel cassetto?

Sì ne ho, anzi ne ho tanti perché mentre faccio una cosa ne penso tante altre allo stesso momento, quindi sono pieno di idee e progetti.

Qual è l'errore più frequente che hai commesso, quando hai iniziato a contattare le Case Editrici?

L’errore più frequente che ho commesso è stato quello di voler pubblicare  tutto e subito. Lo so ogni cosa vuole il suo tempo, ma spesso mi faccio trascinare dalla fretta e dall'impulsività.
L’unico contatto che ho avuto con una casa editrice risale al 2010 per il mio primo libro di poesie, poi mi sono auto prodotto  grazie all’aiuto di un mio amico speaker che mi ha saputo indirizzare in tal senso.
Lo scorso Natale la Casa Editrice "Le Mezzelane" ha pubblicato uno dei miei scritti e, per questo, sarò sempre grato alla direttrice, che ho conosciuto durante una serata benefica organizzata in favore dei terremotati. È stato davvero un bel regalo di Natale.


Qual è la qualità che uno scrittore deve assolutamente possedere?

Le qualità sono tre:
1) La fantasia;
2) Il sapersi mettere in gioco di continuo;
3) Essere pronto a tutte le critiche, positive o negative che siano.
Le critiche negative sono necessarie per migliorarsi e capire dove si è sbagliato.

Perché i lettori dovrebbero leggerti?

Dovrebbero leggermi perché penso che il mio romanzo “La porta misteriosa” sia adatto ai lettori di tutte le età, dato che nella vita tutti ci troviamo davanti a una porta dietro la quale ci sono vicende positive o negative. Importante è uscirne a testa alta e, se qualcosa non va, bisogna farsi aiutare di chi ci ispira fiducia.
Vi saluto dicendovi che il mio romanzo è anche un inno alla vita.

domenica 25 giugno 2017

Gli autori della Casa Editrice "Le Mezzelane" - Oggi parliamo di:

                           
Gli autori della Casa Editrice 

Vito Ditaranto

Vito Ditaranto nasce il 14 maggio del 1970 a Montescaglioso –Matera-
Dopo aver vissuto in molti paesi del mondo attualmente vive a Taranto ed è un militare. La città che predilige è San Antonio, Texas. La scrittura è una passione che coltiva da molti anni, e oggi  scrive pensando a  sua figlia Miriam, che ama immensamente. È abbastanza orso da apprezzare una notte da solo in albergo, ma non abbastanza da godersi  un pasto consumato senza compagnia. Fra le cose che più lo irritano al mondo ci sono gli errori di ortografia, la gente che dice “noi” per indicare una squadra di calcio, la frase “è così che va il mondo” e quelli che fanno i provoloni con le sconosciute sui social network. Ama scrivere racconti dove i sapori e le sensazioni si mescolano e  spesso sono tra loro contrapposti: delicato e pungente, leggero e profondo, tenero e triste. Il suo è uno  stile che non dà spazio a fastidiose emersioni dalla letteratura che, in modo attento, cerca di capire, interpretare e spiegare.
Le sue prime pubblicazioni poetiche risalgono al  2005: “Pensieri semplici”, “Sulle ali del cuore”, "Similis simili gaudet”. 
Successivamente si è dedicato al genere Thriller e il primo lavoro è stato “Sotto l’ombra del sole”,  rivisto in seguito con il titolo “Sotto l’ombra del sole reloaded“.  
Altri lavori e opere sono: “Sophia”, “La storia di Sophia”, “Pontiac blue”, "Four”, “Tales:Racconti (2014/2015)”, “Flashback”, “Vitriol (Cailleach)”. 
Il racconto“Hazel” pubblicato nell’antologia “SAMHAIN’S NIGHT” (Writers United Italia) e il racconto “1944” nell’antologia “FANTANOIR STORIES” (Plural Cosmos edizioni). 
Tra il 2014 e il 2015 ha scritto due fiabe: “Miriam twinkle twinkle little star” e “Miriam e la stella”. 
Collabora con vari siti web Letterari tra cui “Oubliette magazine” e  “Plural Cosmos edizioni”, un sito web di notizie “Hack the Matrix”, un blog letterario “Les Fleurs Du Mal”.  
***
Il romanzo



V.I.T.R.I.O.L  (l’artigliatore)- sinossi—vito ditaranto-

“…Io, Jacob Frank, lascio queste carte nelle mani del mio fidato amico Joshua Tree, fiducioso che per sua interposta persona finiranno nelle mani più attente e comprensive. Scrivo, dunque, come se nella persona del futuro lettore mi rivolgessi a un altro amico stretto e fidato, con il quale non ho potuto assaporare i piaceri dell'amicizia solo per una piccola discrepanza di tempo…”

Joshua Tree, uno studioso della Cabala Ebraica, ricerca in una inesplicabile Venezia l’erede a cui trasmettere le sue conoscenze sulla Cabala, ma il suo progetto è ostacolato da un oscuro essere: “L’artigliatore”. Questa misteriosa entità si dimostrerà “materiale” e non solo “spirituale” e, lentamente, ma inesorabilmente diventerà sempre più pressante ed insistente fino a far cadere il protagonista in una paranoia totale. Dopo aver scoperto di essere gravemente malato, Joshua non avrà molto tempo a disposizione per portare a termine il compito che si è prefisso, ovvero trascrivere tutti i suoi segreti e le “formule magiche” che ha imparato a utilizzare in tantissimi anni di studio. In un viaggio tra passato presente e futuro, un antico manoscritto risalente a Jacob Frank, cabalista ebreo di nazionalità polacca nato nel 1726, consigliere del re Augusto III re di Polonia, farà luce sull’intera vicenda, riaccendendo la luce di Prometeo.

venerdì 23 giugno 2017

Gli autori "Le Mezzelane" - Oggi parliamo di:

                           
Gli autori della Casa Editrice 

Marco Dal Forte


Marco Dal Forte nasce a Pisa nel 1963 dove attualmente vive e lavora.
Da sempre appassionato di scrittura è finalmente riuscito a concretizzare questa sua aspirazione con la pubblicazione del suo primo romanzo: '' La matrice''.
La passione di scrivere, di raccontare nasce prestissimo, direi che mi è connaturata e si sviluppa già sui banchi delle scuole elementari. Spesso, specialmente quando non andavo a scuola a causa di qualche indisposizione, toglievo dalla custodia la mitica Olivetti Valentine rossa di mio padre e partivo per il mio viaggio, diventavo, nella mia fantasia, un grande scrittore impegnato a creare un best seller. 
Crescendo la passione per la scrittura non si è mai sopita, ma per esigenze lavorative che mi portavano costantemente in giro per l'italia e all'estero, il sogno è a lungo rimasto chiuso nel cassetto. Scelte e mutamenti delle situazioni lavorative, il maggior tempo a disposizione, mi hanno finalmente fatto decidere ad aprire quel cassetto, tirar fuori il mio sogno e farlo diventare una bellissima realtà.

Il libro

€ 5,49 eBook
€ 14,90 versione cartacea
Pagine  eBook 436
Pagine versione cartacea 312
Link di acquisto:
http://www.lemezzelane.altervista.org/negozio/index.php?id_product=34&controller=product 
Sinossi:
La vita di Claudio Belli, tranquillo architetto toscano, è sconvolta dall'improvviso manifestarsi di strane facoltà extrasensoriali. Preoccupato, si rivolge a un amico medico, il dottor Giovanni Corsini, che lo esamina assieme al suo primario, il professor Francesco Rocchi, neurologo di fama internazionale. Il comportamento ambiguo quest'ultimo di fronte al caso non convince Corsini, che, insospettito, comincia a indagare. Subito dopo però, muore in quello che sembra un banale incidente stradale. Ciò turba Claudio al punto da farlo decidere a confidarsi con l’amico Luca Serra. L'improvvisa comparsa di Guido Ferri e le sue rivelazioni inducono gli amici a sospettare che i recenti avvenimenti nascondano qualcosa di grosso e pericoloso. Il capitano Guerrini, superiore di Luca, messo al corrente degli eventi, decide di scavare nella vita del professor Rocchi, scoprendo un mostruoso legame con un passato che si voleva ormai sconfitto. Il capitano Guerrini, assieme al maggiore Igor Coen del Mossad raggiunge la clinica tedesca dove nel frattempo Claudio è scomparso, e, in un crescendo di colpi di scena, gli amici si ritroveranno a essere testimoni scomodi di un'azione sporca.

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Dicono di lui (recensione utente Amazon)
5.0 su 5 stelle
Ottimo libro, non delude.
Di Sandro il 22 giugno 2017

Sicuramente un buon libro, scorrevole e scritto bene. Devo dire che non me l'aspettavo così appassionante. Gli intrecci all'interno della storia sono costruiti benissimo. I personaggi sono tutti interessanti ed abilmente descritti. La storia mi ha preso subito tanto da non veder l’ora di arrivare alla fine che si è dimostrata all’altezza con colpi di scena inaspettati.

giovedì 22 giugno 2017

La Casa Editrice "Le Mezzelane" e i suoi autori. Oggi parliamo di:

                    
  
Gianpiero Pisso

Nato in provincia di Varese, sul Lago Maggiore, dove attualmente risiede con la sua famiglia, l’autore è laureato in ingegneria aeronautica e ha, per molti anni, lavorato come dirigente industriale in grosse società italiane e multinazionali straniere. Ama viaggiare e dedicarsi alle sue tre principali passioni: scrivere, leggere e dipingere ad acquarello. La sua narrativa, sempre attuale e talvolta ironica, rifugge dagli eccessi e vuole proporsi come una lettura spensierata, disinvolta e scacciapensieri. Vincitore del premio nazionale “Le Porte del Tempo” 2012, categoria Saggistica, con l’opera: La profezia del Cristo Pagano, edita da Eremon Edizioni. Ha pubblicato anche con Kindle l’e-book Rudiobus, il cavallo d’oro e con Eretica Edizioni, nel 2016, il suo romanzo mistery: La Tela del Maligno, attualmente al terzo posto come visualizzazioni (più di 870) su Writer's Dream. Con Pieve Cipolla, romanzo umoristico, l’Autore si è classificato al secondo posto al Premio Nazionale, editi e inediti, Parole di Terra 2016/17.

***
Il libro

A Pieve Cipolla tutto ruota intorno alle autorità riconosciute: l’autorità religiosa, rappresentata dal parroco; quella sociale e politica, impersonata dal primo cittadino e quella legale, vale a dire il maresciallo dei Carabinieri.Ma siamo davvero sicuri che la vita a Pieve Cipolla sia poi così noiosa? Leggendo questo libro non si direbbe proprio...
(Romanzo- Categoria: Mainstream/Umoristico)
€ 5,99 eBook
€ 15,90 versione cartacea
Data pubblicazione:  19 febbraio 2017
Numero pagine ebook: 381
Numero pagine versione cartacea: 312

Sinossi:
La vita a Pieve Cipolla, un piccolo borgo delle nostre valli bergamasche, si tinge ogni giorno dei colori della sorpresa, uscendo dai canoni di una noiosa usualità per indossare gli abiti freschi di una spumeggiante realtà paesana, costellata di mille pettegolezzi, di ingenue rivalse e di molte incomprensioni.
Poche case, un solo ristorante, due campi di bocce, un’edicola, allevamenti di capre, di ovini e di mucche, rivendite di formaggi e latticini, umili artigiani che cercano di sbarcare il lunario e molti contadini che lavorano la terra, dalle scarpe grosse ma dal cervello fino……
I riferimenti del paese sono il parroco, don Roberto, intraprendente e buon cultore di anime, il comandante della locale stazione dei carabinieri, Vincenzino Annunziata, nativo di un paesino tra Gaeta e Napoli, con l’arguzia propria dei meridionali, sempre attento a mantenere l’ordine e il sindaco eletto dagli abitanti, Vittorio Anfossi, impegnato a risolvere i problemi del borgo rurale, per poter vedere rinnovato il suo mandato. 
Religione, legalità e vita sociale si intrecciano quotidianamente all’ombra delle Alpi Orobie, stemperandosi in difficili storie d’amore, in crimini che richiedono tutta l’inventiva e l’esperienza del brigadiere capo Vincenzino Annunziata per essere sventati, in innocui passatempi che caratterizzano l’indole sempliciotta degli abitanti.
Alla Bocciofila “Ungaretti”, quattro amici, davanti a un buon bicchiere di vino, si sfidano ogni giorno a scopone scientifico, raccontandosi le loro esperienze personali, talora ricche di esagerazioni, confidandosi, criticando gli altri paesani e creando castelli in aria, parti improbabili della loro fantasia. 
Come avviene nelle nostre valli più appartate, molti abitanti sono conosciuti al borgo solo con i loro soprannomi.
Così avviene per “il professore”, che mai ha frequentato l’università, per “il Rosso”, dalla capigliatura di quell’acceso colore, per Teo, il don Giovanni del paese, per Giannino, appassionato della “Smorfia”, per il “Gàbola”, noto per i pasticci che è solito combinare e amante delle cose difficili, per “Uganda”, con alle spalle un lungo e misterioso soggiorno in Africa. Del “Buàsa” lascio a voi scoprire l’origine del suo soprannome. 
Anche le donne non sono da meno degli uomini.
Addolorata soffre di ipocondria e sembra ospitare nel suo fisico tutti i malanni del mondo, Ersilia, la panettiera, è una mangiatrice di uomini, Giovanna, nel suo botteghino del lotto di Clusone dispensa a tutti il loro numero appropriato per ogni circostanza, il carabiniere Migliavacca è l’unico milanese in una caserma che ospita solo meridionali.
I ragazzi, in attesa di lasciare il paese in cerca di un’occupazione che possa allontanarli dal lavoro dei campi e dalla cura delle capre e delle mucche, si divertono a scandalizzare il borgo e ad improvvisarsi adoratori di Satana.
In tutti l’orgoglio di appartenere alla loro piccola comunità, cucito sulla pelle come una corazza, li sconsiglia dal gettare lo sguardo fuori dalla valle ma qualcuno, come Teo e il professore, ci prova, allargando i loro orizzonti e sperando di non andare incontro a sanguinose delusioni. 

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