sabato 23 settembre 2017

Cos'è Fuori dal Coro?













A Roseto degli Abruzzi il 7-14-21-28 ottobre 2017 si parlerà di editoria a 360°. Da un’idea della scrittrice Lorena Marcelli, ora anche presidente dell’associazione culturale/editoriale Elle Emme, 

è nato “Fuori dal Coro: Immagini, Narrativa, Architettura, Diritto, Territorio, Editoria”, una serie di 
incontri tematici che prenderanno avvio sabato 7 e si concluderanno sabato 28 ottobre con la mini fiera del libro e con una tavola rotonda sull’editoria Non a Pagamento.


Sono tanti gli appuntamenti di “Fuori dal Coro” e tutti si svolgeranno, in forma del tutto gratuita, presso il Palazzo del Mare di Roseto degli Abruzzi.
Il 7 ottobre, alle 16:00 si inizia con: “Ogni scrittore ha bisogno di un coach”.
Dopo la presentazione ufficiale del progetto, e i graditi saluti delle autorità presenti, la giornata augurale di Fuori dal Coro sarà all’insegna del coaching.
L’incontro è aperto al pubblico e tutti coloro che a vario titolo lavorano nel campo dell’editoria o che ne sono appassionati, ma a anche a coloro che semplicemente  amano la scrittura o la usano nel campo professionale.
La lezione sarà tenuta dalla dottoressa Simona Colaiuda, neuroeconomista ed executive and corporate Coach.

 La dottoressa Colaiuda faciliterà una sessione collettiva di coaching finalizzata a fornire ai partecipanti gli strumenti e le strategie per affrontare e superare il blocco dello scrittore.
Gli esercizi di scrittura saranno coordinati da Domenico Spina, insegnante di scrittura creativa presso il Circolo Virtuoso “Il Nome della Rosa” di Giulianova.

Si prosegue il 14 ottobre, dalle ore 15:00, con “Le immagini raccontano le storie o le storie raccontano le immagini?” 
Alle 15,30 interverrà l’architetto Laura Marini con “Architettura e Narrativa, binomio perfetto. In quale modo l’architetto può diventare il miglior consulente dello scrittore?”
Alle 16,30 sarà compito del famoso fotografo Cristian Palmieri, di Roseto degli Abruzzi, ideatore del progetto fotografico “Donne fuori dall’ombra”, parlare ai presenti della “Fotografia nella letteratura”.
In sala saranno esposte le sue opere e quelle di Fabrizio Ferri, di  Pescara, e di Manuel Vallescura, de L’Aquila. Oltre alle foto saranno esposti i dipinti del pittore Guerino Tentarelli e il suo intervento spiegherà come le immagini si fermano sulla tela in punta di pennello. 
Alle 17:00 l’atteso appuntamento con Roberta Andres, scrittrice e insegnante di scrittura creativa: “Lo scrittore è un visionario - Tecniche di descrizione e dettagli sensoriali nella narrativa dello show don’t tell”
Le aspiranti scrittrici ed ex allieve di Artis scuola di teatro di Pescara, Alessandra Rossi, Valentina D’Onofrio e Nausica De Luca mostreranno il Castello della Monaca di Teramo e le immagini di Cristian Calmieri con le parole e con la tecnica descritta da Roberta Andres.


L’incontro è accreditato con l’Ordine degli Architetti di Teramo.

Il 21 ottobre, alle 16:00, grazie a Maria Adelaide Rubini, scrittrice e presidente dell’associazione B&B Rive d’Abruzzo, si scoprirà “Come promuovere il territorio e il turismo attraverso la narrazione”.
Seguirà la presentazione del romanzo “Veleno nelle gole” di Simona Barba e Gisella Orsini. Le autrici spiegheranno la tecnica della scrittura nella sceneggiatura.




Concluderà l’incontro la scrittrice/editrice Rita Angelelli, direttore editoriale de Le Mezzelune Casa Editrice, che presenterà il suo manuale “Body Building per scrittori”. I presenti potranno esercitarsi in aula insieme alla scrittrice.



Il 28 ottobre “Fuori dal Coro” si chiuderà con una giornata zeppa di eventi e di intrattenimenti. Per l’occasione il Palazzo del Mare resterà aperto l’intera giornata e alle 9,30 si aprirà la prima mini fiera dell’editoria che ospiterà le quattro case editrici rigorosamente non a pagamento, partner ufficiali della Elle Emme: Arpeggio Libero di Lodi, Le Mezzelane di Ancona, Masciulli Edizioni di Catignano, Pescara, e More Notturne Books, di Roseto degli Abruzzi. 
Alle 10,30 Mario Giunco, storico responsabile dell’ufficio cultura del Comune di Roseto degli Abruzzi, che ha patrocinato l’intero evento, parlerà della battaglia di Ortona e della battaglia di Bosco Martese davanti agli studenti degli Istituti di Istruzione Superiore di Roseto, argomenti trattati anche dalla scrittrice neretese Coralba Capuani, che presenta il suo romanzo storico “L’amore è un cerchio”.
Dalle 14:00 in poi si parlerà del regime fiscale delle case editrici, di come riconoscere quelle a pagamento ed evitarle. 
Durante la giornata gli autori presenti incontreranno i lettori e risponderanno alle loro domande e, nel pomeriggio, i partecipanti al Contest letterario “Sinossi fuori dal coro” incontreranno gli editori che li hanno scelti.
“Fuori dal Coro” si chiuderà in bellezza con “Scrittori e public speaking, ne parla Mirella Lelli. 
Vuoi essere coinvolgente e rendere unica la tua presentazione? Public speaking e comunicazione efficace, un approccio pratico per catturare l’attenzione, organizzare il discorso, esprimersi meglio.”


Quattro incontri che gli aspiranti scrittori e gli amanti della scrittura e della lettura non dovrebbero perdere; quattro incontri che saranno preceduti il 5 ottobre, e seguiti, il 29 ottobre, da due presentazioni librarie “Fuori dal coro”.
Il 5 ottobre, alle 18:00, l’associazione Elle Emme presenterà il famosissimo scrittore Piergiorgio Pulixi e il 29 ottobre il bravissimo scrittore Antonio Masseroni.



   “Fuori dal Coro” non vi lascia 

soli nemmeno la domenica.




L’8 ottobre sarà dedicato ai libri per bambini 

e alla Fantascienza

 il 15 ottobre agli  scrittori abruzzesi 
                                                  
e il 22 parleremo di Eros e Agape.



Un mese in cui ognuno potrà trovare qualcosa di interessante da fare.




































Le presentazioni di Fuori dal Coro - Immateria di Annarita Stella Petrino


Immateria 
Oltre la matrice
Annarita Petrino

 (Edizioni il Papavero)


Immateria era tutto intorno a lei. Immateria era lei… né corpo, né carne, solo mente e ragione in un’esistenza ormai divenuta eterna. Barbara osservava il mondo intorno a lei costituito da interminabili catene di dati in continuo movimento, che lo rendevano solo un pallido riflesso del mondo reale. […] Immateria non era fatta per essere “sentita” ma solo vissuta, come l’increspatura di un’onda che non è cosciente dell’acqua che la circonda.
L’acqua lambisce e sovrasta la città di Nova Julia. Due sono i livelli del mare, come due sono i mondi che si svelano agli occhi del lettore: quello reale di Norma, giovane scienziata affermata nel mondo della tecnologia e il mondo dove vive Barbara… Immateria. La Matrice è il cancello che mette in comunicazione i due mondi, a volte distinti, a volte sovrapposti. Come in un mare in apparenza calmo, l’alternarsi delle vicende che vedono coinvolti Lorena e Alessandro, i genitori di Norma, porta il lettore a scoprire un vulcano che sta per esplodere e a confrontarsi inevitabilmente con le proprie convinzioni sulla vita dopo la morte.

Uno stile molto particolare, quello di Annarita Petrino, autrice di fantascienza “cristiana”. Non avevo letto nulla di suo, prima di questo romanzo. Nulla di così lungo, intendo. I racconti sì, quelli li conoscevo, ma i romanzi sono un’altra cosa. Lei scrive fantascienza da molto tempo e ha scritto altri romanzi, oltre Immateria- Oltre la Matrice, edito da Il Papavero Edizioni, che potrete acquistare anche mediante il link che vi ho indicato sopra. Non sono un’appassionata di fantascienza, ma conosco Annarita e avevo voglia di cimentarmi nella lettura di un genere che non mi appartiene, in un certo senso. Immateria affronta il difficile tema della vita dopo la morte e la protagonista del romanzo, Lorena Daruma (scoprire che il personaggio principale ha il mio stesso nome mi ha molto sorpresa), si troverà ad affrontarlo nel modo più crudele possibile: facendo i conti con la morte della giovane figlia e confrontandosi con Barbara,  l’abitante di Immateria creato proprio dalla giovane Norma prima della sua morte. Immateria rappresenta la vita artificiale dopo la morte e l’autrice è in grado di miscelare fantascienza e fede con una semplicità che stupisce e sorprende. La lettura di questo romanzo presuppone la mancanza di pregiudizi e una presa di posizione rigida. Immateria ha dei risvolti quasi “gialli” che catturano l’interesse del lettore e forniscono diversi spunti di riflessione su temi davvero difficili e profondi. 
Lo stile è pulito ed accurato ed è facile ritrovare, nelle parole scritte, il modo di fare dell’autrice: attento e bilanciato. Un romanzo da leggere per scoprire un modo di scrivere sorprendente! 

Le presentazioni librarie di Fuori dal Coro - Libri per bambini- 8 ottobre 2017




Il cavaliere piccolo e il suo cavallo bislacco
Emanuela Guttoriello


Piccolo era tanto contento di far parte di quei prodi cavalieri che erano in viaggio per andare a sconfiggere il Grande Drago e l’uomo Malvagio che lo comandava. Altrettanto non si poteva dire del cavallo, quell’impiastro!, che già si vedeva incenerito e arrosto per colpa di quel dragaccio e delle sue gittate di fuoco. Era già capitato, infatti, che qualche suo collega finisse proprio nella traiettoria di qualche drago furioso, e siccome lui era scampato a malapena riportando varie lesioni beh, non aveva proprio voglia di finire come un fagiano allo spiedo, Comunque era molto grato ai cavalieri per la meravigliosa biada che elargivano, specialmente quando, un giorno che l’aveva trovata incustodita ne aveva fatto una tale scorpacciata che per smaltirla aveva corso per due giorni come un invasato finchè non era svenuto due contee più in là.

Le presentazioni librarie di Fuori dal Coro - Libri per bambini- 8 ottobre 2017



Le avventure di Silvestrina di Enzo Gentile
Elle Emme 


Sinossi


Silvestrina un giorno scopre che suo padre Silvestro è ancora vivo e, insieme a Miao e Quattro Calzini, i suoi amici di sempre, parte alla ricerca del genitore. Incontrerà tanti nuovi amici e vivrà molte avventure che la porteranno lontano dalla sua casa. Troverà Silvestro? Di sicuro vivrà un'avventura indimenticabile che non potrà non avere un lieto fine
Acquistando Silvestrina aiuterete a finanziare un progetto di ippoterapia per bambini diversamente abili o appartenenti a famiglie disagiate. 















venerdì 22 settembre 2017

La segnalazione del giorno: Evoé Edizioni e Salvatore D'Ascenzo

Eccoci a noi, cari lettori. Questa sera vogliamo farvi conoscere Salvatore D’Ascenzo, uno scrittore di Giulianova (Teramo- Abruzzo), che ha pubblicato due libri con la Evoé Edizioni, che vi presentiamo subito riportando quello che è scritto sul  sito ufficiale della Casa Editrice


Siamo un’associazione culturale senza fini di lucro, nata nel 2014, che si è prefissata lo scopo di dare alle stampe e portare alla più ampia cerchia dei lettori prodotti librari di qualità, nel campo della narrativa, della poesia, della saggistica che, accuratamente, selezioniamo e pubblicizziamo attraverso pubbliche manifestazioni e sui network. Disponiamo di uno staff che lavora con passione e a titolo gratuito nel campo dell’editoria (selezione e revisione dei testi e stampa in proprio), e della promozione, soprattutto attraverso una rete di contatti universitari (da Bologna, a Macerata a Teramo a Roma e Napoli), che si fa garante anche scientifico delle opere da noi edite, nonché personali (realtà locali librerie istituzioni culturali soprattutto abruzzesi).
Il nostro catalogo è arricchito, oltre che dei nuovi lanci, dall’eredità editoriale della Evoé edizioni del dott. Renato Pisciella, che ha chiuso la sua esperienza imprenditoriale nel 2013 e ora collabora con noi. Il nostro obiettivo è quello di favorire l’edizione e la promozione di opere originali, indipendentemente dalla cosiddetta “vendibilità” dei nostri testi.
Nostro intento è quello di  lavorare su un numero ristretto di testi dai quali emergano l’amore e l’attenzione per la nostra lingua, la fantasia, e l’ingegno, a prescindere dal genere.

Salvatore D'Ascenzo

L’Autore
Salvatore D’Ascenzo, giuliese classe ’82, è educatore cinofilo. I suoi interessi vertono, principalmente, sull’etologia e la biodiversità.
Ha svolto attività umanitaria in Italia e all’estero, lavorando presso l’orfanotrofio “Kidane Mehret” di Addis Abeba e presso il Campo “Aida”  di Betlemme. È stato inviato per la Casa editrice Evoé nel Nepal distrutto dal disastroso terremoto del 2015, dando alle stampe il reportage Mattoncini rossi che è stato tradotto e distribuito in Canada col titolo Red Bricks. I fondi raccolti dalla vendita del libro hanno contribuito alla ricostruzione di una scuola nel distretto di Dhading a Kathmandu.
Per la Casa editrice Evoé ha pubblicato anche la raccolta  Colpi di coda. Ha partecipato, inoltre, all’antologia Alla prossima fermata edita da DistanzeLab. Con la Infinito edizioni ha pubblicato The Beagle’s. Con Edizioni Il ciliegio ha in pubblicazione La ballata del sottosuolo.

Oggi vi presentiamo
I numeri dispari sono di troppo

Nato da un progetto di scrittura gestito dallo scrittore Salvatore D’Ascenzo per la casa editrice Evoé, in collaborazione con otto detenuti di alta sicurezza della casa circondariale di Castrogno (Teramo), I numeri dispari sono di troppo è un romanzo ed insieme una raccolta di testimonianze. Protagonisti ne sono gli stessi detenuti che hanno preso parte al progetto, proiettati in una dimensione fantastica che costituisce la manifestazione delle loro attese e delle loro paure. Ne vengono fuori ritratti di uomini comuni, consapevoli dei propri errori e per questo pronti a pagare, ma non a cedere la propria dignità, in una sorta di ricerca dell’unica forma di evasione possibile: il confronto col proprio passato, la scoperta del potere del pensiero, del valore della fantasia. Il lettore si trova così dinanzi non più un collettivo da punire, la cui identità è affidata unicamente ad un numero di matricola, ma uomini col proprio carico emozionale di speranze e tradimenti, che, un giorno, si sono trovati sulla via sbagliata. Uomini al posto dei quali potrebbe trovarsi ciascuno, poiché “il passo è breve”.

Sinossi

Il libro consta di due parti, una parte romanzata e una parte dedicata alle testimonianze vere di quei detenuti protagonisti del romanzo. Sono le storie di otto reclusi in un in un carcere di alta sicurezza gestito da colui che è chiamato Fantino, un uomo senza volto che si scoprirà essere molto più vicino ai detenuti di quanto possa sembrare. Nel carcere, di cui è emblema la “Stanza del pipistrello”, in cui i puniti, a testa in giù, rivivono le loro colpe, i detenuti, pur controllati a vista, meditano di evadere, ma l’unico modo per allontanarsi dall’orrore in cui sono rinchiusi è riappropriarsi della propria identità, risvegliare le proprie teste riscoprendo dignità e fantasia. Minacciati e traditi, proprio quando tutto sembra perduto ed il progetto di evasione sembra fallito, i detenuti si scoprono vittoriosi e liberi. 
La detenzione, infatti, così come la stessa presenza del Fantino, per quanto reali, rappresentano anche la metafora del viaggio che deve affrontare chi ha compiuto il “passo breve” che spara ciascuno di noi dalla colpa e deve, quindi, scontare una pena che è, per prima, la lotta con la propria coscienza.

e anche The Beagle's, pubblicato la con Infinito Edizioni, che potete conoscere  meglio cliccando qui 

The Beagle’s

Sinossi

13 racconti che vedono per protagonista un giovane Beagle di nome Ebron e la sua cerchia di amici cani, alla continua correzione di un mondo in cui l’essere umano prosegue a considerarsi al di sopra dell’ordine naturale. Ebron si fa, quindi,  interprete e portavoce delle istanze del mondo animale e si ostina a lottare, con l’ironia di cui solo un cane sarebbe capace, contro ogni bruttura. Laddove è costretto a confrontarsi col dolore o con la stupidità  umana, Ebron porta  la sua voglia di trovare la soluzione migliore; e così  libera un elefante in cattività, salva una quaglia ferita, aiuta dei ricci che rischiano di essere investiti dalle auto in corsa. Ed ancora, si confronta col dolore generato dalle pellicce, con quello dei cani chiusi nei canili ma anche di quelli costretti a combattere nelle lotte clandestine.  Storie cariche di rabbia nascosta  ma anche di speranza. 
Il volume è arricchito della prefazione di Luca Spennacchio, istruttore cinofilo ed autore di numerose pubblicazioni.

Se volete saperne di più potete visitare le pagine dell'autore e della Evoé.



Come al solito noi vi abbiamo facilitato il compito e ve le postiamo qui e qui

martedì 19 settembre 2017

Vito Ditaranto - Flashback - Recensione a cura di Maria Sabina Coluccia

Flashback
Vito Ditaranto


Di Maria Sabina Coluccia

Scrivere di alieni è difficile. Bisogna prima averli visti, interiorizzati in una immagine mentale, poi si può provare a collocarli nella nostra realtà terrestre. Scrivere di alieni è meno difficile, se in qualche modo essi appartengono già all’immaginario dello scrittore, per motivi che retano ai comuni mortali sconosciuti. Per noi lettori sapere se Vito Ditaranto, autore anche di V.I.T.R.I.O.L. -l’artigliatore e di V.I.T.R.I.O.L. Cailleach, abbia incontrato realmente gli alieni oppure no, non cambia comunque la sostanza della faccenda: Flashback è un piatto gustoso, che Vito Ditaranto ci offre come antipasto di apertura, cui seguono portate ancora più saporite. Flashback, techno thriller, come lo ha definito l’autore stesso, è un misto di fantascienza e brivido. Pubblicato lo scorso anno, si trova su Amazon e intriga parecchio. Ambientato in una tranquilla città del Sud Italia, Martina Franca, baciata per la maggior parte del tempo dal sole, stende subito un velo di mistero sulle abitudini dei suoi abitanti, avvezzi al ritmo rassicurante delle piccole cose quotidiane, che improvvisamente escono dalla normalità. Cosa succede di tanto strano e misterioso? Arrivano gli alieni. Ma in modo discreto, difficili da individuare, con intenzioni tutt’altro che rassicuranti. Sarà Gabriele Santoro, uno scricciolo di ragazzino di soli tredici anni a scoprire il pericolo che incombe sulla sua città, e a suo dire su tutta l’Italia, se gli alieni non verranno fermati. La trama non ve la raccontiamo, sennò non ci sarebbe gusto a leggere questo bel thriller fantascientifico, però alcune domande su cui riflettere, che pone direttamente l’autore sì, quelle ve le offriamo per ragionarci insieme.
Cosa è alieno e cosa non lo è, per esempio. Immaginiamo gli esseri provenienti da un altrove galattico, come noi, o totalmente diversi? Di solito questi esseri vengono immaginati in forma umanoide, perché l’uomo non riesce a raffigurarsi qualcosa che non conosce. E infatti gli alieni di Martina Franca hanno sembianze umane, sono i signori Corvo, appena trasferitisi nella cittadina pugliese. Umani, fino a un certo punto. E questo lo scoprirà il giovanissimo Gabriele. Fantasia e realtà si intrecciano, si sovrappongono, assorbono il lettore, lasciandolo sempre con un filo di ansia, con la classica domanda “e adesso che succederà?”
“Non ho mai creduto molto alla realtà, spesso essa sta alla fantasia come i paletti di legno ai vampiri”. È con questa premessa che Vito Ditaranto ci introduce in Flashback, che già nel titolo contiene il senso di tutto il romanzo. Flashback è infatti il modo in cui gli esseri adimensionali, privi di una loro dimensione specifica, compaiono sulla scena di Martina Franca, tramite lampi di luce. E per rendere meglio l’idea l’autore richiama alla memoria la poesia Il lampo, di Giovanni Pascoli. Il lampo di Ditaranto annuncia l’arrivo degli extraterrestri, ma per fortuna il giovane Gabriele, dotato di un quoziente intellettivo notevole e di qualità psichiche non indifferenti, riuscirà a rimettere le cose a posto. Alieni umanoidi, questi che incontriamo tra le pagine di Flashback, che vogliono appropriarsi dell’energia dei Terrestri. Alieni capaci di muovere a piacimento l’anima di chi gli sta di fronte, giocarci a scacchi, quasi in un gioco perverso di potere. Cose dell’altro mondo? Cose che possono fare solo esseri diversi, composti di altro materiale genetico e dotati di capacità per noi impensabili? No, i vampiri energetici li abbiamo incontrati tutti, almeno una volta nella vita. Sono quelle persone che ci stanno vicino per sfinirci, stancarci, deprivarci della nostra energia personale. Aldilà della fantascienza, sempre affascinante perché stimola la mente, Flashback è un romanzo che fa riflettere sull’essere umano, sul diverso, sulle infinite possibilità, non sempre idilliache, che ci possono attendere, se abbiamo il coraggio di guardare oltre al già noto e rassicurante universo personale. Molti sono i riferimenti alla magia e alle tradizioni mitologiche ed esoteriche dell’umanità. La stessa scelta dei nomi dei personaggi non è casuale. La cornacchia, che presta il nome alla famiglia Corvo, è per esempio presso i nativi americani, custode di grandi misteri, capace di trasgredire le leggi di questo mondo. E con Flashback la trasgressione è assicurata. Fortemente consigliato e da leggere con occhi aperti sull’invisibile.

lunedì 11 settembre 2017

Parliamo di Antonio Masseroni


Antonio Masseroni



Sabato mattina avevo appuntamento con Antonio Masseroni, l'autore di Roseto degli Abruzzi che avete conosciuto qualche giorno fa su questo blog. Dovevamo passare insieme dieci  minuti fra una commissione e l'altra e, invece, i dieci minuti si trasformarono in un'ora e anche più. Quello che potete leggere di seguito è il risultato della nostra bella chiacchierata.


Ciao Antonio e benvenuto sul giardino dei girasoli. Ti va di raccontarci un po' chi sei?

Ciao a voi e grazie per questa intervista. Vivo a Roseto degli Abruzzi, una splendida città baciata dal mare, e sono papà di due magnifici bambini. Fin da piccolo ho avuto una grande passione per la musica, interesse che coltivo ancora attivamente. Sono stato sempre un grande divoratore di libri di ogni genere e, da circa tre anni, ho scoperto anche il piacere della scrittura. Per me si è aperto un mondo meraviglioso e inaspettato. Ho attualmente pubblicato due romanzi e il terzo è in uscita ad ottobre.

Qual è stata la tua formazione e quale l'autore che ha influenzato il tuo modo di scrivere?

La mia formazione scolastica è molto lontana dalla scrittura, infatti sono laureato in discipline economiche. Tuttavia la passione per la lettura è riuscita sempre a portarmi in mondi lontani e straordinari, reali o frutto di fantasia. Scoprire di riuscire a creare io stesso quelle storie, quelle avventure immortali, è stata un’esperienza senza precedenti.
Per quanto riguarda le influenze, non ne esistono di particolari, in realtà sono tantissime. Come mi disse una volta un caro amico esperto di scrittura: ognuno di noi, in fondo, scrive ciò che legge. Mi sono perso tante volte tra gli incubi di King, ho viaggiato nello spazio oscuro di Dick e Asimov, nelle grandi avventure di Tolkien, nelle distopie di Ballard e in tantissimi altri luoghi che non finirei più di citare. Credo siano tanti diversi ingredienti che, dosati in quantità ignote e segrete, diano vita allo stile di ogni scrittore.

Il tuo percorso di scrittura: i pro e i contro delle scelte effettuate fino ad oggi

Dal romanzo nel cassetto alla prima pubblicazione, in realtà il passo è stato breve. “La nostalgia dell’acqua” ha visto la luce nel 2014 grazie alla Artemia Edizioni. È stata un’esperienza del tutto nuova e molto emozionante. “Riverberi d’ombra” era pronto neanche un anno dopo; un lavoro per certi versi più maturo e più difficile, visti i temi trattati, una sfida con me stesso che mi ha regalato anche la soddisfazione di essere premiato al premio internazionale Città di Cattolica.
Non parlerei di pro e contro, diciamo che credo che ogni scelta sia stata giusta nel momento in cui si è presentata. In genere cerco di trarre qualche insegnamento e una piccola lezione da ogni momento, anche quelli che sembrano difficili.

Il tuo ultimo romanzo verrà pubblicato con la Infinito Edizioni, una casa editrice Non a Pagamento di Modena. Come ti sei trovato a lavorare con loro?

Lavorare con la Infinito Edizioni si sta dimostrando un’esperienza che mi sta arricchendo molto. Con loro ho avuto fin da subito un’impressione di grande professionalità, oltre a tanta simpatia, che è un valore aggiunto impagabile. Per la mia attività di scrittore si è trattato indubbiamente di un passo molto importante, soprattutto perché “Le lune di Avel”, il mio terzo romanzo in uscita a breve, potrà contare su una distribuzione nazionale e sul supporto di un ottimo team editoriale. Pubblicare con loro è innanzitutto un piacere e trovo che ci sia stata da subito una grande sintonia.

Al tuo romanzo è legato anche un progetto molto particolare, che, però, nulla a che fare con la pubblicazione. Di cosa si tratta?

Si tratta del crowdfunding, ovvero la possibilità di acquistare in prevendita il romanzo, diventando di fatto sostenitori effettivi del progetto. È una forma di marketing digitale che spesso viene erroneamente confusa con altre pratiche di editoria a pagamento. Niente di tutto questo… Il crowdfunding accorcia i tempi e le distanze, estende il mercato a segmenti altrimenti difficilmente raggiungibili. Ho tanti amici lontani che avranno il piacere di leggere il romanzo non appena uscito, ricevendolo direttamente a casa e sentendosi un po’ parte della sua realizzazione.
Sono stato entusiasta di provare questo nuovo e innovativo canale di vendita, dalle grandi potenzialità. “Le lune di Avel” può essere già acquistato in prevendita a questo link: www.becrowdy.com/le-lune-di-avel

Essere scrittore in una piccola città e voler farsi conoscere da un vasto pubblico non è facile e non sempre scontato. Quali consigli potresti dare a chi, come te, scrive o vorrebbe scrivere?

Credo che essere scrittore sia soprattutto un piacere che va coltivato in quanto tale. Essere letti da un numero sempre maggiore di persone regala delle grandissime soddisfazioni, ma questo non deve mai far dimenticare la meraviglia e lo stupore che si provano quando si è chiusi in una stanza, davanti ad una tastiera, e improvvisamente intorno a te si manifesta un mondo che prima non esisteva. La piccola città ha il vantaggio del passaparola, delle amicizie su cui si può contare, soprattutto quando si è poco conosciuti. È come avere una barca a cui aggrapparsi, in un mare immenso. Molte persone mi hanno sostenuto e hanno creduto in me, quando ancora scrivere era nulla più di un sogno. Quello che sto facendo oggi è anche merito del loro supporto.
Il consiglio che mi sento di dare a chi vuole scrivere è: non cercate di essere ciò che non siete, non cercate le parole nel modo di scrivere degli altri. Non si può ingannare a lungo la pagina bianca, alla fine il vero te verrà fuori inevitabilmente, per cui conviene farci i conti da subito e accettare ciò che esce dalle proprie mani. E poi siate umili, perché non si smette davvero mai di imparare, ma rispettate voi stessi: in fondo, sono le vostre emozioni che scrivete sulla carta!

Come nascono le idee per i tuoi romanzi?

Spesso da sogni, oppure da immagini che mi colpiscono. Molte volte si tratta di emozioni che chiedono a gran voce di essere tradotte in storie e parole. Sono tanti pensieri orfani che iniziano letteralmente a ronzarmi in testa, in attesa di crescere e svilupparsi.
Molto spesso mi capita di pensare come prima cosa alla fine di una storia, al suo momento culminante. Da lì in poi, torna lentamente indietro, ricostruendo la storia, prima a grandi linee, poi arricchendosi sempre di più di personaggi, sfumature e dettagli.

Chi è o dovrebbe essere il tuo lettore ideale?

Il mio lettore ideale è chi leggendo si appassiona. Chiunque sia in grado di vivere le storie come se ne fosse il protagonista, di provare paura, commozione, rabbia, di piangere davanti ad una pagina. Provo emozioni molto forti mentre scrivo e la mia più grande gioia è scoprire, tempo dopo, di averle trasmesse al lettore attraverso la magia di una successione di parole.

Sei a favore del self publishing?

Non particolarmente, in quanto ritengo fondamentale il lavoro professionale svolto da una casa editrice, soprattutto in termini di editing. Se però l’alternativa è pagare per una pubblicazione con un editore, allora ritengo più utile impiegare quelle risorse per sfruttare al meglio i canali di self-publishing attualmente disponibili, ce ne sono di ben fatti.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Sicuramente continuare a scrivere! Le idee non mancano, anzi il problema spesso è quello opposto, gli spunti si sovrappongono e scegliere di volta in volta a quale dedicarsi diventa una scelta talvolta difficile. Ad ogni modo, creare nuove storie è sempre un piacere incredibile e penso che, in fondo, questa sia la mia più grande fortuna. Nel frattempo, stiamo facendo grandi passi, con il nuovo editore, con le iniziative che si fanno sempre più grandi e accattivanti. Spero di avere sempre più persone con cui poter condividere le mie avventure, perché sapere di aver regalato emozioni è qualcosa di indescrivibile.

Grazie e ciao a tutti!

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