martedì 23 giugno 2015

Riflessioni di una blogger di campagna


SCRIVERE RACCONTI BREVI : CROCE O DELIZIA?



Scrivere è un'impresa meno semplice di quello che si possa pensare e, a mio modesto parere, scrivere racconti brevi lo è anche di più. Chi scrive "short stories", per dirla all'americana, deve avere il dono della sintesi, e deve essere in grado di raccontare una storia compiuta e completa in pochissime battute, senza poter ricorrere al tecnicismo e alle regole che supportano l'autore durante la stesura di un romanzo. Il racconto breve, spesso non ha una trama o uno sviluppo cronologico e, a volte, non ha nemmeno una storia vera e propria. Allora cosa ha? vi chiederete, leggendo le mie affermazioni. 
Iniziamo a dire quello che un racconto breve non deve avere, o meglio, non deve essere:
1) Non deve essere un saggio;
2) Non deve essere un concentrato di opinioni o di considerazioni personali;
3) Non deve essere uno sterile resoconto di qualcosa che è avvenuto nella vita del narratore;
4) Non deve essere un insieme di stereotipi o di metafore;
5) Non deve usare "paroloni" per colpire il lettore;
6) Non deve, soprattutto, limitarsi a raccontare qualcosa.

Parto da quest'ultimo punto per dirvi cosa, secondo me, deve essere in grado di fare l'autore, quando scrive un racconto breve. ( EWWA docet)

Unica regola: DEVE MOSTRARE E NON NARRARE

Il racconto deve mostrare il comportamento dei protagonisti e delle comparse, deve far emergere il carattere e il modo di agire di ognuno di loro all'interno della storia, ma senza troppe descrizioni o spiegazioni. L'autore deve dimenticare i suoi pensieri e le sue emozioni, concentrandosi principalmente sull'azione e rendendo visibili le emozioni, attraverso lo sviluppo della storia, e non attraverso ciò che dice. Il racconto breve è, in un certo modo, una sfida contro il tempo, contro le regole narrative e contro l'ego del narratore, che è costretto a sacrificare il proprio egocentrismo e la voglia di mostrare a tutti i costi la sua capacità e proprietà di linguaggio, dovendo rimanere ingabbiato all'interno di un numero massimo di battute. Lo stesso Sepùlveda, in occasione dell'uscita de "L'avventurosa storia dell'Uzbeko muto", dice : "Il racconto è una sfida, devi raccontare una storia in un modo conciso,con le parole giuste,non una di più e una di meno".
Il racconto breve, dunque, deve essere in grado di fulminare l'attenzione del lettore e di tenerla alta dalla prima all'ultima parola, dandogli l'impressione , quando arriva alla parola "fine", di avere, comunque, vissuto una storia intensa e completa.

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