lunedì 2 ottobre 2017

Diari di donne in panchina - Fiorella Carcereri- Recensione

"Diari di donne in panchina"
Fiorella Carcereri
Arpeggio Libero Editore


Dopo il successo di "Amore latitante" Fiorella Carcereri torna sulla scena editoriale con "Diari di donne in panchina". 

Abbiamo letto per voi le cinque  storie di amori cercati e non trovati. Amori non trovati in cinque figure maschili, volutamente etichettate dall’autrice con diversi stati anagrafici. Figure maschili assai differenti tra di loro ma che, poste in determinate situazioni, reagiscono allo stesso modo, o in modo simile, a dimostrare che gli uomini, nel profondo, non cambiano. La narrazione, nei cinque racconti, rivela tratti di acuta ironia, a volte addirittura di goffaggine, che si alternano con momenti di crudeltà, talvolta di brutalità, e di spietato desiderio di vendetta da parte della protagonista di turno. Cinque storie di malintesi, sentimenti calpestati ed odio che corrono sul filo dell’alta tensione ma che rispecchiano, con triste verosimiglianza, molte storie di vita reale. L’autrice punta a mettere in evidenza non tanto i tratti caratteriali più ottusamente maschilisti o più fermamente femministi dei suoi personaggi, quanto l’abissale diversità esistente tra la fragile, intricata e complessa sensibilità femminile e l’animo maschile, più primitivo ed istintivo. Ed ogni volta, come ai primordi dell’umanità, Eva si ritrova tragicamente a ricercare comprensione e complicità proprio in Adamo, l’essere che per lei non rappresenta l’altra metà della mela, quanto piuttosto l’altro lato della medaglia o la metà oscura della luna. L’altro, contrario ed incompatibile, l’altro sé

Dedicato a tutte le donne che hanno compreso sulla loro pelle, la differenza tra amare e amare ad ogni costo. Dedicato a tutti gli uomini che non si riconoscono nei protagonisti di queste storie.

Questa è la dedica di Fiorella Carcereri, e questa dedica, in quattro righe, racchiude la personalità delle cinque donne e dei cinque uomini  le cui storie sono racchiuse in 94 pagine piene di sentimenti. 
Paola e Arturo, Ilaria e Fabio, Antonella e Gianluca, Claudia e Stefano, Alessia e Riccardo. Questi i nomi delle protagoniste e dei protagonisti, ma gli stessi potrebbero chiamarsi, e si chiamano, in mille modi diversi. Storie che si ripetono ogni giorno anche accanto a noi, forse nella nostra stessa vita. Chi, di noi, non è stata una donna in panchina almeno una volta? Non tutte, certo, ma molte di sicuro. Donne che hanno atteso per mesi o per anni che arrivasse il loro turno; donne che mi hanno fatto tanta rabbia e che mi hanno fatto domandare cosa spinge, una di noi, a sopportare tutto, a perdere la dignità pur di non perdere un uomo o per averne uno accanto, per dimostrare alla società che qualcuno ci ama.
Cinque storie in forma di diario intimo, dove i sentimenti delle protagoniste si esternano senza filtri e senza pudori fino a quando, le stesse, non maturano la consapevolezza del “non essere nulla se non una donna in panchina”.
La stessa panchina che è nell’immagine di copertina e che, secondo me, racchiude il senso più intimo dei cinque racconti di Fiorella Carcereri: quella panchina è vuota; non c’è una donna, seduta lì sopra. Quella panchina è vuota perché le donne sanno farsi molto male ma sanno anche farsi del bene, quando riacquistano la consapevolezza del dover essere altro da un “oggetto”.
Quella panchina vuota lascia una speranza per il futuro, lascia un messaggio per chi quel posto lo occupa ancora: ”lasciatela vuota e non sedetevi, se il vostro ruolo è solo quello della donna di riserva.” 
Le storie di Fiorella Carcereri scavano sempre l'animo umano, soprattutto quello femminile, e lasciano un segno indelebile, fatto di lacrime e sorrisi.

"Diari di donne in panchina" - Arpeggio Libero Editore - € 10,00     

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