martedì 22 agosto 2017

Blog tour + Giveaway "Il cavaliere di bronzo"





Seconda tappa Blog tour dedicato a "Il cavaliere di bronzo" di Fedor Galiazzo
Intervista con l'autrice e discussione
 di alcuni estratti del libro


Buongiorno lettori!


Siamo felici di annunciarvi che oggi siamo protagonisti di un fantastico Blog tour: "Il cavaliere di bronzo", il Fantasy di Fedor Galiazzo, pubblicato da Le Mezzelane Casa Editrice http://lemezzelane.altervista.org-



Vi presentiamo la seconda tappa: intervista con l'autrice e discussione di estratti del libro.



Vi consigliamo di partecipare al Giveaway, perché tra tutti coloro che commenteranno sui cinque blog e sull'evento creati dalla casa editrice (cliccate qui e lo troverete subito), verranno estratte a sorte due copie in ebook e una cartacea del romanzo. 

Vogliamo ancora parlarne o preferite conoscere subito "Il cavaliere di bronzo" e la sua autrice?



Il cavaliere di bronzo


In epoca medievale, Galenor, di professione soldato, parte alla ricerca del padre, il bibliotecario del re, improvvisamente scomparso. Quella che sembra essere una fuga, in realtà nasconde un intreccio molto più complesso, che lo porta, assieme alla piccola Domiziana, in un mondo diverso dal proprio. Ritrovatosi in un universo parallelo abitato da animali antropomorfi con i quali i due umani riusciranno a stabilire un rapporto d’amicizia, Galenor e Domiziana scopriranno che il loro destino e quello degli animali sono connessi in modo inestricabile.

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Intervista con l'autrice


D-  Ciao Fedor, ti va di parlare un po' di te?

R-  Sono una persona noiosa, con un normalissimo lavoro quotidiano. Ho vari hobby tra cui la fotografia, l'equitazione e il cosplay. Vorrei imparare a suonare il pianoforte, e un giorno ce la farò anche se sono molto avanti con gli anni

D- Quando ti sei resa conto di voler diventare uno scrittrice e di voler pubblicare?

R- È un sogno che ho sempre avuto fin da quando ero una ragazzina, allora non esisteva internet e la mia città era piccola, non c'erano grandi opportunità. Grazie a internet ho potuto approfondire la cosa e darmi da fare

D-  Cosa hai pubblicato prima de "Il cavaliere di bronzo?"

R-  Niente, Il cavaliere è la mia prima pubblicazione

D- Ci vorresti raccontare la tua emozione, quando hai letto il tuo nome sulla copertina del tuo primo romanzo?

R- Più che emozione per il mio nome, ero felice di aver trovato una casa editrice seria

D-  Sei una scrittrice "social?"

R- Vorrei essere molto più social, anche se uso Facebook, Twitter e Instagram non posso dire di essere una super esperta di social network

D- Cosa ti ha spinto a scrivere un Fantasy per bambini?

R- Ho sempre amato il fantasy e secondo me la passione deve partire da piccoli, quindi ho deciso di occuparmi di un'opera semplice

D- Perché anche i lettori adulti dovrebbero leggere "Il cavaliere di bronzo?"

R- Perché tocca molte tematiche che riguardano tutti: Galenor, il protagonista, è adulto e ha avuto una vita tormentata

D- Binomio Casa Editrice/Scrittore e promozione del romanzo pubblicato. Qual è la tua idea di collaborazione per far sì che il romanzo sia conosciuto dagli appassionati del genere?

R- La collaborazione sta avvenendo proprio adesso: il blogtour è una grande opportunità. Il massimo sarebbe portare l'opera a una fiera fantasy grande, ma richiede un investimento più grande perché dovrebbe essere molto pubblicizzato

D- Com'è nato "Il cavaliere di bronzo?"

R- Il cavaliere nasce da Fantaghirò, per chi non lo sapesse tratto  da un racconto di Calvino, Fantaghirò persona bella, miniserie che ho conosciuto  da bambina e che ho continuato ad amare fin da grande. C'è la principessa coraggiosa e soprattutto gli animali parlanti, elementi che adoro anche al di fuori del "lavoro" da scrittrice

D-  Quante volte hai riscritto la storia, prima di decidere di inviarla a Le Mezzelane, la Casa Editrice che te l'ha pubblicato?

R- A dire il vero non tante, solo un paio e poi ho chiesto a una collega, Olga Gnecchi, di aiutarmi a correggerla. Direi che il lavoro è riuscito

D- Come hai vissuto la tua prima esperienza di editing?

R- L'ho vissuta benissimo,mi son trovata bene con Maria Grazia Beltrami e Silvia LaPorta. Loro non lo so, le ho stressate parecchio ^___^

D- Quale rapporto hai con il  tuo romanzo, ora che lo hai pubblicato? 

R- Più intenso di prima, posso dire "Guarda quello è mio, l'ho scritto io"

D- Critiche e recensioni negative. Come le vivresti?

R- Ci rimarrei male, ma se son costruttive le ascolto

D- Perché dovremmo leggerti?

R- Per ritrovare il sapore della favola, a prescindere da quanti anni avete

D- Quali sono gli estratti che hai deciso di pubblicare e perché.

Naturalmente l'inizio, per introdurre subito il lettore a cosa l'aspetta

"Quella sera Eddo, il vecchio bibliotecario di corte, era rimasto più a lungo tra i libri. Il lavoro era stato più intenso
del solito: aveva riordinato parte del locale, occupandosi anche dei vecchi volumi relegati in una stanza rimasta chiusa per molto tempo.
Con il ritorno del figlio da un viaggio intrapreso per motivi di studio, il re aveva pensato di permettere al principe l’accesso incondizionato a ogni singolo volume della biblioteca. Così Eddo stava annotando ogni particolare su un libro di grosse dimensioni, esaminando con attenzione eventuali discrepanze tra ciò che trovava e ciò che già si sapeva dai
vecchi registri. Ogni tanto si fermava a pensare, inquieto per la decisione di papa Gregorio XI di spostare la sede papale da Avignone a Roma. Sicuro che non sarebbe stata un’azione senza conseguenze, si preoccupava per il futuro che aspettava la sua famiglia; non gli importava tanto di se stesso, ma dell’avvenire dei suoi figli.
A un certo punto notò qualcosa di strano; guardò più e più
volte, ma il libro che aveva in mano non era riportato sul
registro, e lui non aveva idea di che genere trattasse. Lo aprì
senza capire. Si trattava di numeri, forse formule, che di sicuro il bibliotecario non era in grado di decifrare. Continuando a sfogliare, lesse qualcos’altro tra le pagine, qualcosa di più comprensibile. Guardando i simboli tracciati su quei fogli, rimase come inebetito; ciò che stava leggendo non era possibile, era troppo assurdo, e poi come aveva fatto ad arrivare fin lì?
Non c’era tempo per le domande, doveva muoversi subito,
non aveva un secondo da perdere. Scrisse qualcosa sul grosso
registro, si preoccupò di rimettere in ordine meglio che poteva e si precipitò fuori con quello strano libro in mano."

Secondo, in realtà scelto da Lorena e quindi da me riproposto
"Per terra c’era un giaciglio fatto di coperte sistemate una sopra l’altra. Mentre Domiziana si stendeva, Galenor inseguì Keawan che se ne stava andando.
«Avete intenzione di ucciderci?» chiese a bassa voce.
Il cane si fermò, le zampe rigide. «Non importa, non ditemelo, ma se potete siate clementi con la bambina… sta già
soffrendo abbastanza.»
Keawan continuò a fissarlo. «Voi ci vedete così, con le zampe, il pelo e la coda. Non vi rendete nemmeno conto di essere, a vostra volta, animali», disse come rivolto a se stesso, senza ombra di polemica. Gli si avvicinò, scoprendo i canini con la zampa. «Se mai qualcuno morirà, umano o animale», aggiunse, mostrando di essere poco convinto della differenza, «non sarà per mano mia o di uno dei miei cani. L’unico sangue che vedrete mai su questi denti sarà quello della selvaggina. Ci vediamo domattina.» Gli lanciò un ultimo sguardo e poi se ne andò. Galenor raggiunse Domiziana, che era già mezza addormentata.
«Ma esattamente dove siamo?», chiese lei sbadigliando.
«Non lo so, piccola mia. A dire il vero non ho ancora capito se
sogno o son desto», rispose sedendosi vicino a lei e prendendosi le gambe tra le braccia. «Senti, è meglio che non
riveli a nessuno che sai leggere e scrivere, non si sa mai.»
Stavolta lei annuì senza fare troppe storie, d’altronde questo
le veniva raccomandato spesso anche nel loro mondo.
«Ma pensi davvero che nostro padre sia qui?»
Galenor scosse la testa e di nuovo sfiorò la croce nella sua tasca. «Lo spero... o forse no. Non so se sia vivo…»
Fortunatamente Domiziana non udì quest’ultima frase, essendo già sprofondata nel mondo dei sogni.
Galenor cercò di guardare attraverso le feritoie legno della
porta, che era chiusa dall’esterno: pur non riuscendo a vedere
nulla, sapeva che qualcuno li stava osservando."

Terzo e ultimo, come avevo detto adoro il pianoforte (in questo caso il suo antenato, il clavicordo) 

"Galenor stava eseguendo una sonata dolcissima, farcita di note alte verso il finale e i presenti, rapiti da quella musica, erano arrivati a commuoversi. Nessuno si aspettava tanto da un umano, per di più un soldato, e questa era una cosa che gli
capitava anche nel suo mondo. Erano talmente assorti da non
accorgersi che qualche lacrima scendeva anche sul viso di Galenor e andava a bagnargli le mani. Mentre terminava, quelle lacrime si persero nell’aria, come le note, che ora
sparivano coperte dal suono di un lungo applauso.
Galenor scese dal palco.
«Dove avete imparato a suonare il clavicordo?» gli chiese Keawan, raggiungendolo mentre lasciava il palco.
L’uomo cominciava a sentirsi disorientato, c’erano troppi animali lì intorno.
«Come Marinda, mi ha insegnato mia madre… e poi è servito per…», si sentì mancare e non finì la frase.
Keawan lo sorresse immediatamente.
«Io devo…»
«Lo so…», gli disse il cane, strappandolo alla folla e portandolo distante.
«Dev’essere qualcosa che ho mangiato stasera», spiegò agli animali che si accalcavano cercando di capire cosa stava
succedendo. Riuscirono a raggiungere un angolo appartato, e lì rimise
tutto.
«Forse vi ci vuole una tazza di tè, anche se so che non è una
tipica abitudine degli umani maschi», disse Keawan mentre lo aiutava. «Il clavicordo», mormorò Galenor, inginocchiato a terra."

Grazie per avermi ospitata nel tuo blog!


Siamo sicuri che la tappa vi sia piaciuta e vi raccomandiamo di commentare l'articolo! "Il cavaliere di bronzo" vi aspetta.

Ecco tutte le tappe del Blog tour











2 commenti:

  1. Fedor si definisce noiosa ma non si puo' dire altrettanto degli estratti! Ottima intervista :)

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