giovedì 15 giugno 2017

Le recensioni di Lorena


Il richiamo
Maria Teresa Infante

  • Copertina flessibile: 120 pagine
  • Editore: L'Oceano nell'Anima (1 gennaio 2017)
  • Collana: Icaro
  • Lingua: Italiano
  • € 13,00

Peppino è costretto a lasciare Torino, dove vive da quarant'anni, e a tornare al sud, in Puglia, perché nella sua famiglia si è verificato un lutto improvviso. L'uomo torna in una terra che gli è stata sempre stretta e dalla quale è scappato non appena ne ha avuto la possibilità, e l'autrice ci racconta il suo ritorno e la sua partenza di allora facendoci entrare nella sua Puglia, facendoci sudare sotto il sole feroce e implacabile del pomeriggio, e facendoci respirare le atmosfere famigliari fatte di silenzi e segreti malcelati o celati per quasi mezzo secolo. Chi vive al sud, forse, riesce a sentire  meglio e con più intensità, sulla propria pelle, la malinconia che solo quella parte d'Italia può provocare, quando ci si allontana e poi si fa ritorno. Dal sud si scappa e lo si fa perché il sud pretende troppo, dai suoi figli. Come una madre esigente li mette alla prova e li fa anche soffrire, ma come una madre amorosa aspetta per anni il loro ritorno, certa che un giorno i figli torneranno a lei. Sì, perché la nostalgia più devastante non invade i suoi figli quando sono lontani; lo fa quando tornano e non si aspettano di essere accolti di nuovo nelle viscere di una cultura forte, potente, immutata e immutabile. 
I personaggi del romanzo sono un tutt'uno con la terra in cui vivono: forti, silenti e caparbi come le zolle scure che calpestano; implacabili come il sole che picchia forte, e capaci di aprirsi di nuovo all'amore come la natura che si risveglia ogni anno e fa ancora più bella una terra che bella è.
Lo stile narrativo è quasi poetico e, spesso, durante la lettura, ho paragonato le parole scelte a piccoli punti di ricamo. Termini usati con cura, sensibilità, dolcezza o amarezza, ma sempre perfetti e capaci di far entrare il lettore in un mondo particolare che non si potrebbe mai comprendere pienamente, se non accompagnati da chi quel mondo lo conosce e lo ama, nonostante tutto. 

1 commento:

  1. Hai centrato perfettamente quello che è il nucleo della narrazione: non si va mai davvero via da noi stessi. Possiamo allontanarci, fare del lunghi giri, ma poi si ritorna al punto di partenza, alla "casa" anche se l'arredo non sarà più lo stesso ma si sarà arricchito di tutte le conoscenze raccolte nel tragitto. Grazie di cuore Lorena per questo tuo meraviglioso pensiero.

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