venerdì 19 giugno 2015

Le interviste

Emiliana Erriquez


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  Ilgiardinodeigirasoli oggi ha il piacere e l'onore di ospitare Emiliana Erriquez, la bravissima autrice del romanzo "Il mare è sempre lì che ti guarda", che , come forse già saprete, abbiamo recensito nei giorni scorsi. Emiliana, oltre che una straordinaria scrittrice, è anche una bellissima persona e noi siamo certi che, leggendo la sua intervista,la penserete nello stesso modo. 

  Ciao Emiliana, vogliamo iniziare subito a parlare della tua filosofia indie, che apprezzo e condivido pienamente?
  Ciao, Lorena. Grazie per avermi dato l’opportunità di fare questa intervista. A dirla tutta, sono un’autrice ‘indie’ ma non sono nata come self-pub. Il mio primo libro ‘Lasciami stare’ (da cui è tratto il racconto ‘Sono solo una bambina’) è stato inizialmente pubblicato da una CE. Fino al giorno in cui ho incontrato Amazon, nel 2011. In quanto direttore di una testata online a carattere economico, in quel periodo ho avuto modo di monitorare l’arrivo del colosso americano in Italia. L’ho seguito attentamente, interessata come sono ad ogni cosa Made in USA. 
Ho accolto il suo arrivo come una benedizione, soprattutto quando qualche mese dopo Amazon ha aperto all’Italia il suo Kindle Direct Publishing Program a cui ho aderito pubblicando finalmente il mio romanzo in versione self-pub e diventando una ‘indie author’ (da qui deriva il nome del mio sito animaindie.com). Credo che questo sia un momento perfetto per diventare scrittori. Abbiamo strumenti che ci consentono di pubblicare e pubblicizzare quello che scriviamo che erano impensabili solo pochi anni fa.  Ma dobbiamo impegnarci ad usarli sempre nel migliore dei modi. Bisogna cercare di ottenere sempre il massimo, e anche di più. Bisogna leggere, fare ricerche, chiarire qualsiasi dubbio, rileggere, correggere, riscrivere, sottoporre il testo a beta reader, e soprattutto ad un editor. 
        
   Se dovessi definire il tuo stile a chi non ha mai letto nulla di te, come lo faresti?
Bella domanda. È sempre difficile definire se stessi, direi comunque che il mio è uno stile fluido ma allo stesso tempo asciutto per certi versi, senza troppi giri di parole, incertezze. Mi piace narrare le cose così come sono, è per quello che scelgo sempre storie liberamente ispirate alla realtà quando scrivo. Mi piace narrare la realtà, la vita così com’è con le sue gioie e i suoi dolori.

  Quanti classici hai letto nella tua vita? Quanto sono stati importanti per la tua formazione?
Non saprei esattamente quanti sono, ma tanti. E soprattutto quelli della letteratura inglese e americana. Ho studiato Lingue all’università per cui ho sudato sui testi di Jane Austen, che adoro, Virginia Woolf, Henry James, e Walt Whitman (il mio poeta preferito, insieme a Neruda). Questi testi hanno avuto una grande importanza sulla mia formazione, è grazie a loro che ho imparato a narrare, a raccontare ogni aspetto della vita, a trasmettere emozioni quando scrivo.
          
Pensi che gli autori self, soprattutto quelli giovanissimi, dovrebbero dedicare del tempo alla lettura dei classici, prima di arrivare alla pubblicazione?
Assolutamente sì. Saper scrivere è direttamente proporzionale alla quantità di tempo che si dedica alla lettura. Più leggi, più recepisci, più sei in grado di scrivere e avere infine uno stile tutto tuo. Nessuno può pensare di poter scrivere se non ha letto, e letto tanto, in vita sua.

Pensi che per un autore bravo e talentuoso emergere sia impossibile?
Sinceramente? No. Come ho detto prima, oggi abbiamo strumenti potentissimi per farci notare, l’importante è dedicare alla pubblicazione la massima attenzione e anche una certa costanza. Alla fine, il vero talento emerge.

Qual è stata la prima recensione che hai ricevuto? Te la ricordi ancora?
Sì, la ricordo. Avevo pubblicato da poco in versione self-pub il mio romanzo su Amazon. Era di un autore che aveva letto il mio libro in versione cartacea, edito dalla CE di cui parlavo prima. Ha usato parole davvero incoraggianti. Quando scrivi non sai mai quale sarà l’impatto che le tue parole avranno sui lettori e ricevere un feedback tanto positivo mi ha emozionato.

Preferisci scrivere o tradurre?
Il mio lavoro di traduttrice mi piace molto e mi  molte soddisfazioni. Ma scrivere mi regala un senso di libertà e una tale soddisfazione che non cambierei con niente al mondo. Decisamente preferisco scrivere.

Quanto influisce sulla tua scrittura l’ambiente in cui vivi?
Molto. Mi piace scrivere partendo da notizie che ho ricevuto, storie che ho ascoltato, letto sui giornali.  Mi servono come punto di partenza, poi ci costruisco intorno una storia tutta mia con personaggi fittizi. L’ambientazione delle mie storie è legata a posti che ho visitato, in cui ho vissuto, che insomma conosco e che posso descrivere in dettaglio.

Quale libro hai sul comodino?
Una pila di libri. Primo tra tutti, ‘Foglie d’Erba’ di Walt Whitman e poi alcuni libri di Oriana Fallaci che non mi decido a leggere perché sono gli ultimi suoi libri che mi restano (gli altri li ho letti tutti) e non riesco ad accettare che lei non ci sia più e io non potrò leggere altre sue opere.

Quale libro non leggeresti mai?
Davvero me lo stai chiedendo? Va bene: Cinquanta sfumature di grigio (e tutto il resto della trilogia). Ecco l’ho detto.

 E con questa clamorosa ammissione, salutiamo affettuosamente Emiliana, augurandole di ottenere il successo che si merita.

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