mercoledì 18 giugno 2025

Diario di viaggio a Ravenna




Diario di viaggio – Ravenna, 7-8 giugno 2025

Sabato 7 giugno 2025

Sono arrivata a Ravenna verso mezzogiorno, con il cuore aperto e la voglia di immergermi nella bellezza. La luce era piena, calda, e le strade del centro sembravano respirare un’armonia antica. Appena scesa dal treno, ho sentito che questa città mi avrebbe conquistata. Ho raggiunto il B&B Al Passatore, dove ho alloggiato per la notte. Una struttura tranquilla, semplice e accogliente, con un’atmosfera genuina che mi ha fatta sentire subito a mio agio. Per pranzo ho deciso di restare lì, e ho ordinato una tagliata di carne: morbida, cotta al punto giusto, condita con olio profumato e accompagnata da patate croccanti. Era un piatto che sapeva di casa e di territorio. Un inizio perfetto.

Nel pomeriggio ho iniziato la mia immersione nei tesori monumentali della città. La Basilica di San Vitale è stata il primo incanto. Entrando, ho trattenuto il respiro: lo spazio si apre in una danza di colonne, luci e mosaici. I volti di Giustiniano e Teodora ti osservano da secoli, vivi di colore e intensità. Oro ovunque, ma mai eccessivo: piuttosto vibrante, sacro, immerso in una luce che sembrava venire da un altro tempo. Mi sono sentita piccola, ma in un modo pieno, parte di qualcosa che attraversa i secoli. A pochi passi, nel Mausoleo di Galla Placidia, mi sono commossa. Le volte blu trapunte di stelle dorate sembravano un cielo caduto sulla terra. Lì il silenzio è quasi fisico, e ti avvolge. C’è una quiete che penetra sotto la pelle, e mi sono fermata a lungo ad ascoltarla. Dopo una breve pausa in camera, sono tornata al B&B per la cena, e ho scelto una bistecca alla griglia, tenera e succosa, con contorni semplici e genuini. C’è qualcosa di confortante nel ritrovare buoni sapori dopo tanta bellezza. Poi è arrivato il momento più sorprendente della giornata: la visita guidata serale, dedicata agli omicidi celebri della storia di Ravenna. La guida era bravissima: appassionata, competente, con una voce coinvolgente e una capacità rara di intrecciare i fatti storici con l’emozione. Abbiamo camminato tra vicoli, piazze e antichi palazzi ascoltando storie vere – documentate – che raccontavano tradimenti, passioni, vendette. Personaggi celebri, notabili, poeti, uomini di potere… ognuno con il proprio destino segnato nel cuore della città. Di sera Ravenna cambia volto: le ombre disegnano un altro tipo di mappa, e ho sentito la storia quasi sussurrare dalle pietre. È stato emozionante, e anche un po’ struggente.

Domenica 8 giugno 2025

La mattina è iniziata con una colazione semplice e buona: pane fresco, burro, marmellata, caffè. Ho lasciato la stanza con gratitudine, poi sono tornata verso il centro con la voglia di perdermi un po’. La Basilica di Sant’Apollinare Nuovo mi ha accolto con la sua navata lunga, elegante, ornata da una fila di santi che sembrano camminare con te. I mosaici sono infiniti, luminosi e vividi: ogni figura sembra raccontare la sua storia, ogni angolo custodisce un gesto, un silenzio. Poi mi sono diretta verso la Tomba di Dante, piccola e raccolta, ma intensa. Lì, davanti alla sua lapide, ho pensato alla forza delle parole, al suo lungo esilio, alla dignità della memoria. Subito dopo ho attraversato il giardino della zona dantesca, pieno di verde e silenzio, e ho sostato su una panchina a respirare quell’aria sospesa.A pranzo ho scelto una trattoria nel cuore del centro: cappelletti romagnoli in brodo, serviti con un sorriso e un calice di vino. Il tempo sembrava rallentato, i tavoli intorno pieni di famiglie, voci leggere, mani che si stringevano. Nel pomeriggio ho visitato il Battistero Neoniano, dove l’azzurro e l’oro dei mosaici si intrecciano in un cielo che gira intorno a Cristo nel Giordano. C’è una sensazione particolare lì: l’acqua, la luce, la forma circolare che ti raccoglie, quasi ti culla. Passeggiando ancora tra le vie della città, ho pensato a quanto Ravenna sia un luogo che si ascolta più che si guarda. È fatta di dettagli silenziosi, di pietre che raccontano, di arte che vibra senza gridare.

Sono tornata a casa con qualcosa in più: una gratitudine piena, e il desiderio di tornare. Perché in due giorni non si esaurisce il cuore di una città così viva, stratificata, intensa. Ravenna mi ha parlato, e io l’ho ascoltata.

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