lunedì 9 maggio 2016

Liebster Award Nomination per Il giardino dei girasoli








Il Liebster Award è un riconoscimento (vedi l'emblema)  che quasi tutti i blog sfoggiano. Pare che questo premio sia nato in Germania per sostenere i blog con meno di 200 followers. Ci sono delle regole da seguire  e noi le elenchiamo:
Ringraziare il blog che ti ha assegnato il premio;
Rispondere alle undici domande;
Premiare undici blog con meno di 200 followers
Fare undici domande a tua volta;
Informare i blogger del premio assegnato.

Ringraziamo il Mondo dello scrittore che ci ha nominato e rispondiamo subito alle domande.

) Cosa contraddistingue il tuo/vostro blog dagli altri?

Non ne ho la più pallida idea...anzi una ce l'ho: Non so nemmeno se il mio possa essere definito "blog"; 
2) Qual è il vostro approccio al mondo editoriale?

Nel tempo ho cercato di capire bene come muovermi in questo campo e ultimamente cerco di avere rapporti solo con "Case Editrici" che non si limitano a pubblicare libri ma che, al contrario, creano, intorno a loro, "un mondo parallelo", che aiuta lo scrittore a farsi conoscere;
3) Quanta importanza hanno i Social nel tuo/vostro operato?

I social, se usati bene, possono davvero essere importanti per la promozione del proprio lavoro.  
4) Quali sono le maggiori difficoltà che hai dovuto/avete dovuto affrontare come blog?
La maggiore difficoltà è legata al tempo da dedicare al blog. Io ne ho davvero molto poco e non  sempre riesco a pubblicare quello che vorrei;
5) Quale personaggio famoso/storico/di fantasia vorresti che lo leggesse?
Naturalmente Alice Kyteler, la strega di Kilkenny;
6) Qual è il tuo/vostro hobby principale?
Leggere, scrivere e viaggiare. 
7) Qual è il tuo/vostro colore preferito e perché?
Ultimamente il rosso perché mi carica di energia positiva; 
8) Se tu fossi un supereroe (nel caso di gestione multipla dare un nome al gruppo di supereroi, es. le Tartarughe Ninja o i Fantastici 4) come ti chiameresti?
Sarei la donna invisibile: 
9) Dove ti/vi piacerebbe vivere?
In Irlanda, senza alcun dubbio;
10) Quale sogno ti/vi piacerebbe realizzare?
Andare a vivere in Irlanda e abitare in un Faro;
          11) Cosa ne pensi/pensate del fatto che ti/vi abbiamo nominato?
          Sono orgogliosa di questa nomina, grazie ancora, anche se penso di non meritarla.

I Blog nominati sono:
 www.simonacolaiuda.it
Linda Bertasi Blog
Recensioni Libri Blog
Leggendo Romance Blog
Laboratorio di signoradeifiltri blog

dovrebbero essere undici, ma quelli che vorrei nominare lo sono già stati.

Le nostre undici domande sono le seguenti:

1) Perché avete deciso di aprire un blog?
2) Cosa contraddistingue il vostro blog?
3) Quali argomenti trattate con più piacere?
4) Quanta importanza hanno i Social per voi? 
5) Su quale argomento non scrivereste mai nulla?
6) Quali sono i vostri interessi principali?
7) Qual è il vostro sogno nel cassetto?
8) E invece, qual è il sogno che avete tirato fuori dal cassetto?
9) Dove vorreste vivere?
10) Perché?
11) Cosa  ne pensare del fatto che vi abbiamo nominato?







giovedì 5 maggio 2016

Recensiamo: Simona Colaiuda - I volti dell'amore


https://www.amazon.it/dp/B01EVIEWS2/ref=rdr_kindle_ext_tmbhttps:

Sinossi

Questa raccolta contiene sette racconti, sette storie che narrano le forme dell’amore. L’amore di una madre e di un padre verso un figlio, ma anche quello di un figlio verso i propri genitori. L’amore visto dagli adulti e quello visto dai bambini. La musica dell’innamoramento e la magia dell’amore puro. L’amore che nutre l’anima. L’amore che riempie le pagine e riscalda il cuore.

Indice della raccolta:
- Intervista con la madre
- Intervista con il padre
- Bmw 316I
- Il compleanno di Simone
- Le ore di Martina
- L’oracolo del panzerotto
- Il gioco degli scacchi 
Ho conosciuto Simona Colaiuda qualche anno fa, quando lei partecipò e vinse un concorso letterario bandito da una prestigiosa rivista letteraria. Oggi ritrovo, come racconto di apertura della raccolta "I volti dell'amore", la storia che mi permise di conoscere la brava e delicata autrice. Simona, come già scritto in una recensione ad un'altra raccolta di suoi racconti d'amore, ha la capacità di narrare le storie usando sempre le parole "giuste";  non una di più e non una di meno. I racconti che compongono la raccolta sono sette e racchiudono storie diverse l'una dall'altra; storie che, comunque, hanno un solo filo conduttore: l'amore. I racconti di Simona Colaiuda sono delicati, leggeri, a volte ironici e si leggono sempre con piacere. Lo stile delicato e profondo denota la sensibilità dell'autrice e la sua capacità di  guardare in fondo all'anima dei suoi personaggi. Una raccolta che si legge in poche ore, capace di allietare anche una giornata "buia". 
Se volete saperne di più sulla brava autrice, visitate il suo sito:

www.simonacolaiuda.it

Recensiamo - I volti dell'amore - di Simona Colaiuda


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Sinossi

Questa raccolta contiene sette racconti, sette storie che narrano le forme dell’amore. L’amore di una madre e di un padre verso un figlio, ma anche quello di un figlio verso i propri genitori. L’amore visto dagli adulti e quello visto dai bambini. La musica dell’innamoramento e la magia dell’amore puro. L’amore che nutre l’anima. L’amore che riempie le pagine e riscalda il cuore.

Indice della raccolta:
- Intervista con la madre
- Intervista con il padre
- Bmw 316I
- Il compleanno di Simone
- Le ore di Martina
- L’oracolo del panzerotto
- Il gioco degli scacchi 
Ho conosciuto Simona Colaiuda qualche anno fa, quando lei partecipò e vinse un concorso letterario bandito da una prestigiosa rivista letteraria. Oggi ritrovo, come racconto di apertura della raccolta "I volti dell'amore", la storia che mi permise di conoscere la brava e delicata autrice. Simona, come già scritto in una recensione ad un'altra raccolta di suoi racconti d'amore, ha la capacità di narrare le storie usando sempre le parole "giuste";  non una di più e non una di meno. I racconti che compongono la raccolta sono sette e racchiudono storie diverse l'una dall'altra; storie che, comunque, hanno un solo filo conduttore: l'amore. I racconti di Simona Colaiuda sono delicati, leggeri, a volte ironici e si leggono sempre con piacere. Lo stile delicato e profondo denota la sensibilità dell'autrice e la sua capacità di  guardare in fondo all'anima dei suoi personaggi. Una raccolta che si legge in poche ore, capace di allietare anche una giornata "buia". 
Se volete saperne di più sulla brava autrice, visitate il suo sito:

www.simonacolaiuda.it

mercoledì 4 maggio 2016

RECENSIAMO : Giancarlo Ibba - C'era una volta in Sardegna




SINOSSI:
Qualcuno ha scritto: se il terrore potesse avere una voce, parlerebbe sardo. Ebbene, C’era una volta in Sardegna risuona di accenti che trasportano il lettore all’interno dell’isola, direttamente nelle atmosfere sconcertanti che il libro propone. Cosa accade a Solus? E che significato ha la lettera che viene recapitata al protagonista, costringendolo a tornare al paese natio? Ogni episodio crea quel perfetto tassello che, come un puzzle, ricompone la storia, offrendo un quadro che nessuno avrebbe potuto immaginare, se non le vittime e i carnefici. Eppure, nemmeno le vittime, o gli stessi carnefici, avrebbero potuto organizzare una tragedia di così ampia portata. Solus non è quello che sembra e i suoi abitanti nascondono segreti che sarebbe meglio non scoprire. Il vero volto dell’orrore ha spesso connotazioni familiari, fattezze che potremmo riconoscere in chiunque. I morti parlano, la loro voce risuona fra le fronde degli eucalipti, strisciando fra l’erba, oppure intorno ai megaliti di Perdas Fittas. Il destino è sempre in agguato e sceglie le proprie prede con una cura quasi maniacale. E nessuno può considerarsi veramente al sicuro. Giancarlo Ibba tratteggia la storia con quelle pennellate noir che appartengono ai veri maestri dell’horror e lo fa con una tale naturalezza da costringere il lettore a vivere la trama. Solus diventerà anche la vostra dimora… e anche voi sarete catapultati nel profondo Sulcis, arrivando a dire: “C’è qualcosa che non va, qui”.

Giancarlo Ibba scrive bene, molto bene e, anche solo per per questo motivo, il suo "Cera una volta in Sardegna" andrebbe letto. Lo stile solido e ben strutturato convince fin dalle prime battute e l'autore riesce a legare una serie di episodi diversi, facendoli diventare un vero e proprio romanzo dove l'atmosfera è carica di terrore e pathos. Lo stile è inconfondibile: diretto, cinematografico, forte e senza inutili “fronzoli”, ma al tempo stesso fluido e scorrevole come pochi altri. I personaggi sono credibili e facilmente immaginabili, tanta è la capacità dell’autore nel farceli “vedere” mentre si muovono a Solus, cittadina sarda. Anche noi, come loro, percepiamo la paura che li accompagna; riusciamo, quasi, a sentire l’odore acre del sudore improvviso, il passo pesante e il respiro spezzato. Solus ci appare come un paese maledetto, oscuro, pericoloso e mai, prima di oggi, avevo pensato che un horror di tale “forza emotiva” potesse essere ambientato in Sardegna.  Il talento di Giancarlo Ibba è indiscutibile, inattaccabile, così come lo è l’idea di unire i racconti che, come ha spiegato lo stesso autore, sono stati scritti in periodi diversi, che abbracciano un arco di tempo abbastanza lungo. L’idea narrativa ha dato vita a qualcosa di diverso dal solito: un percorso a ostacoli che non lascia mai respirare a fondo il lettore e che lo induce, invece, a inspirare sempre più di frequente, in attesa dell’epilogo finale. Personalmente amo moltissimo i racconti brevi e credo che in quelli che compongono “C’era una volta in Sardegna”, lo stile di Ibba sia esaltato al massimo, soprattutto grazie alla parsimoniosa scelta delle parole. L’horror, con Giancarla Ibba, dimostra di saper parlare italiano. Consigliatissimo.                        

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