lunedì 17 marzo 2025

Recensione di Mickey 17 (2025) 

Una storia che non sa dove andare

Mickey 17 è uno di quei film che ti lascia con più domande che risposte, e non per un buon motivo. Non che manchi il potenziale – anzi, la premessa sembrava affascinante: un futuro distopico, clonazione, morte e resurrezione, l'incontro con creature aliene. Ma purtroppo il film non riesce mai a prendere una direzione chiara, e questo lo rende frustrante da guardare.

La storia, che parte con l’idea di un uomo che muore e viene riportato in vita ogni volta, è interessante sulla carta, ma in pratica diventa una specie di marasma confuso di eventi che non sembrano mai davvero incastrarsi tra loro. Mickey, il protagonista, è un "Sacrificabile", cioè una persona che viene usata come cavia in missioni pericolose, e ogni volta che muore, viene rigenerato come un clone. Bene, interessante, ma dopo un po' ci si chiede: "Perché dobbiamo vedere tutto questo?" La storia non sembra mai sapere se vuole concentrarsi sui temi filosofici della clonazione e dell’identità o se vuole essere un film d’azione con alieni e tradimenti. A un certo punto sembra che il film stia cercando di fare troppe cose contemporaneamente, ma senza mai riuscire a concentrarsi su una in particolare.

Mickey, interpretato da Robert Pattinson, è un personaggio che dovrebbe essere interessante, ma finisce per sembrare un po’ vuoto. La sua condizione di "Sacrificabile", che dovrebbe portarlo a riflettere sulla vita e sulla morte, viene trattata in modo superficiale. Pattinson sembra un po' perso, come se anche lui non sapesse cosa fare con il suo personaggio. Gli altri, come Nasha (Naomi Ackie) e Mickey18 (lo stesso personaggio in versione clone), sembrano essere lì solo per aggiungere complicazioni alla trama, senza che ci sia una vera connessione emotiva tra loro. Non capiamo mai veramente cosa vogliono o chi sono, il che rende difficile entrare in empatia con loro.

L'incontro con gli striscianti, queste strane creature simili a tardigradi, prometteva di essere il momento clou del film, ma anche qui c'è un grosso problema: non si capisce mai cosa stiano facendo. All'inizio sembrano una minaccia, poi sembra che siano amici, ma alla fine non si capisce veramente cosa vogliano o quale sia il loro ruolo nella storia. E Marshall, il politico tirannico che sembrava essere l’antagonista principale, diventa talmente esagerato che finisce per sembrare quasi una macchietta.

Il problema più grande di Mickey 17 è che non si capisce mai dove stia andando. Passa da un'idea all'altra senza mai fermarsi a riflettere davvero su nessuna di esse. Vorrebbe essere un film sulla clonazione e sulla ricerca di un'identità, ma non approfondisce mai veramente questi temi. Si perde anche nell'azione, senza mai dare al pubblico una motivazione forte per seguirla. A un certo punto ti ritrovi a guardare sullo schermo e ti chiedi: "Perché sta succedendo tutto questo?" È come se il film fosse una lunga serie di eventi che accadono senza una vera causa, e quando finalmente arriva la risoluzione, non senti davvero che sia stata una conclusione soddisfacente. A mio parere la storia non riesce mai a prendere un ritmo giusto, e ogni volta che un elemento sembra intrigante, il film lo abbandona troppo presto per inseguire qualcos'altro. E quando arriva, il finale ti lascia con una sensazione di vuoto, come se avessero dato più importanza a fare scena piuttosto che dare un senso vero alla storia.

Conclusioni

In definitiva, Mickey 17 è un film che sembra avere tante buone idee, ma non sa come svilupparle. Non è né un grande film di fantascienza né un dramma filosofico coinvolgente. Le cose succedono senza mai sentirsi davvero giustificate, i personaggi sono poco sviluppati e la trama sembra andare avanti senza una vera direzione. 

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