mercoledì 17 agosto 2016

Le recensioni di Roberta



La Bastarda degli Sforza 
di Roberta Andres

L’Autrice:  Carla Maria Russo vive e lavora a Milano. È appassionata di ricerca storica e  prepara accuratamente i suoi romanzi, testi narrativi ambientati con attenzione e cura in epoca storica. Per Piemme ha pubblicato La sposa normanna, Il Cavaliere del Giglio, L’amante del Doge, Lola nascerà a diciott’anni, La regina irriverente e La bastarda degli Sforza, primo volume dedicato alla figura indimenticabile di Caterina Sforza, seguito recentemente da I giorni dell’amore e della guerra.
La trama: 1463. In una Milano splendida e in subbuglio dopo l’ascesa al potere di Galeazzo Maria Sforza, tiranno crudele e spietato ma anche amante delle arti e della musica, nasce Caterina, figlia illegittima di Galeazzo, la quale fin da bambina dimostra qualità non comuni e uno spirito ribelle: impossibile imbrigliarla nell’educazione che sarebbe appropriata per una femmina, ama la caccia, la spada, la lotta. Una sola regola sua nonna Bianca Maria riesce a inculcarle nell’animo: la necessità, per una nobildonna, di pagare il privilegio della sua nascita accettando il proprio destino, qualunque esso sia, per il bene del casato cui appartiene, anche a costo di tradire la propria natura. Per questo, quando è costretta a nozze forzate per salvare il ducato da una pericolosa guerra scatenata dal papa Sisto IV, Caterina subisce il matrimonio e, con esso, gli orrori perpetrati dal marito, che si rivela tanto violento quanto pavido e imbelle. Quando però, dopo la morte improvvisa di Sisto IV, loro protettore, si troverà coinvolta in una serie di feroci scontri tra gruppi di potere e opposte fazioni, il suo palazzo assalito e distrutto, la vita sua e dei figli in gravissimo pericolo, ritroverà lo spirito battagliero e il coraggio indomabile di un tempo e combatterà come e meglio di un uomo, lasciando un segno così indelebile nella vita di chi la ama e di chi la odia da guadagnarsi l’appellativo di Tygre. 
Sulla scia del precedente romanzo  La sposa normanna, anche questo libro traccia il ritratto di una donna forte, guerriera e padrona del suo destino nonostante le difficoltà, per una donna, di imporsi in una società rigidamente strutturata in senso politico e sociale, quella cioè dell’Italia delle Signorie. Personaggio realmente esistito e realmente così deciso e forte, tanto da essere definito, nelle cronache dell’epoca, “quella tygre di la madonna di Forlì che aveva tucta spaventata la Romagna.” Figlia illegittima ma molto amata, moglie-bambina per crudeli motivi di opportunità politico-diplomatica, andata sposa a nove anni  a Girolamo Riario, madre di sei figli adorati, una donna-guerriera. Ognuno di questi  ruoli sono da lei rivestiti  in maniera singolare, trasgressiva, mettendo sempre avanti a tutto il proprio orgoglio e la fierezza del proprio cognome illustre.
 Il romanzo, avvincente e scorrevole, è un’opera di fantasia e  i fatti storici sono  stati liberamente interpretati dall’Autrice, così come da lei chiarito in alcune interviste, ma sicuramente rendono con grande efficacia il tessuto sociale, le usanze, le leggi vigenti nell’Italia del Quattrocento: la ferocia della divisione in caste, il pericolo dei giochi politici, il modo di vivere, di essere donna, madre, nobile o popolana che fosse. Su questo sfondo, un ritratto sapiente e affascinante di una donna in carne ed ossa, a testimoniare che la forza, la personalità, hanno pagato in ogni epoca e in ogni luogo.




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