domenica 24 luglio 2016

Le recensioni di Lorena


KATE RADIX

LE APPARENZE





Kate Radix  vive in provincia di Pistoia con marito, due figli e due gatti. Di se stessa dice:  “Leggo da prima di parlare e, nelle intenzioni, scrivo da una vita, ma ho provato a farlo sul serio solo nel 2012. Da lì, ho scritto tre romanzi e una raccolta di racconti, oltre ad altri racconti sparsi che non ho ancora riunito. Un romanzo e una raccolta di racconti sono già disponibili su Amazon, mentre gli altri due romanzi sono in rilettura, perché voglio farlo almeno una volta prima di metterli in vendita. In futuro, progetto di tentare un romanzo surreale, sul genere kinghiano (che tanto adoro) e che ho sperimentato solo nei racconti.” 
Su Kate mi permetto di aggiungere: “Ironica, simpatica e dannatamente brava”.
Vi invito a leggere la recensione pensata e scritta per “Le Apparenze”.





SINOSSI: 

Un uomo viene ucciso tra la folla nel centro di Grindom. Una bambina sparisce nel nulla per essere ritrovata cadavere pochi giorni dopo. Due omicidi ingiustificati, tanti indiziati e nessun colpevole. Due ispettori dovranno mettere da parte le proprie convinzioni e ricordare che la copertura concessa all'apparenza è il miglior alibi che si possa desiderare.

766 pagine non sono uno scherzo. Non si possono affrontare con leggerezza, né frettolosamente. Non fosse altro per il rispetto che il lettore deve dimostrare nei confronti di chi ha passato mesi e mesi su quelle parole. Pensavo che Kate Radix avesse passato gran parte degli ultimi anni su questo romanzo, ma mi sbagliavo. Anche quella supposizione lo era, come tutte le altre che mi ero fatta, durante la lettura de “Le Apparenze”.  Non ho resistito e gliel’ho chiesto. Lei mi ha risposto subito: cinque mesi. Cinque mesi passati a scrivere soprattutto di notte, l’unico momento in cui è davvero libera di farlo. La notte è silenziosa e  la casa tace. In quel momento Kate Radix scrive storie. Le sue storie, con uno stile perfetto e sempre padrone della situazione. Cinque mesi, per 766 pagine, sono davvero pochi. In cinque mesi si può scrivere qualsiasi cosa, non ci sono dubbi, ma lo si può fare in maniera sbagliata, affrettata, superficiale. Lo si può fare se non si scrive come fa Kate: con cognizione di causa e con dialoghi perfettamente costruiti, convincenti e sempre adatti alla scena e ai personaggi. 
Le vicende descritte  nel romanzo si svolgono in America, precisamente nella provincia americana. Pur essendo influenzata dalla scrittura di Stephen King, (in qualche passaggio lo stile del “maestro” si sente in maniera prepotente), l’atmosfera che si respira fra le pagine de “Le Apparenze” ha il sapore delle scene Lynchane. Dietro l’apparenza di ogni personaggio si cela qualcosa di torbido, inenarrabile, incomprensibile. Tutto è come non sembra e tutto deve essere scoperto con calma, scavando fino in fondo e ignorando il fetore marcio che, pagina dopo pagina, aumenta e ci sommerge, soffocandoci, quasi. 
Green Lake e gli altri luoghi citati fanno pensare a cittadine idilliache, dove si può vivere tranquillamente e dove si conoscono tutti i vicini di casa. Giardini all’americana, pomeriggi che profumano di barbecue, di risate, di allegria. E invece no. Non è affatto così. Un uomo viene ucciso e una bambina scompare. Verrà ritrovata cadavere, nel lago. Ma non è morta affogata. Due poliziotti indagano. Sono Antonio De Rosa e Sonia Wooden. Lui  sembra il classico poliziotto anonimo che siamo abituati a vedere dei telefilm americani: robusto, amante della buona tavola, con una moglie e due figli tranquilli e sereni. Lei, invece, è fin troppo bella per essere una poliziotta. Bella, determinata e intelligente. Chissà perché, ma ho pensato subito all’autrice, mentre leggevo la superba descrizione di Sonia.
Fin dalle prime battute, Kate Radix dimostra la capacità (rara e non sempre riscontrabile negli scrittori di gialli), di portare il lettore all’interno di una storia complicata con una semplicità a volte disarmante. Ti ritrovi all’interno della storia senza volerlo e inizi a indagare insieme ai due poliziotti, unendoti a loro nelle indagini e spiando la vita dei cittadini di Green Lake dalle finestre aperte. Perché i cittadini di Green Lake ci sono quasi tutti. E ci sei anche tu, mio caro lettore. Anche tu entri a far parte di questa composita società. Anche tu rimani intrappolato fra le strade di questa cittadina e ne uscirai solo quando avrai finito di leggere “Le Apparenze”. 
Tutto non apparirà più come all’inizio e la verità, l’unica verità che non avresti mai sospettato, ti coglie impreparato e ti fa male, proprio come fa male alla persona che la intuisce e che, in seguito, la deve accettare. Perché quello è il suo lavoro, e la sua professionalità e la sua onestà vengono prima di tutto. Perfino prima del dolore allucinante con cui dovrà vivere, da quel momento in poi. 

Il finale è un fuoco d’artificio che ti scoppia nel petto e ti stordisce. Ma non poteva essere pensato un  finale più perfetto di quello che leggerai, caro lettore. Dire che è stato uno dei più bei gialli che ho letto ultimamente non è azzardato. Brava Kate! Ti auguro un successo enorme, perché sei una delle poche che lo meritano davvero. 



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