lunedì 16 dicembre 2024

Fichi di marzo di Kristine Maria Rapino




Fichi di marzo di Kristine Maria Rapino è un romanzo intenso e poetico che si snoda tra le radici profonde di una terra contadina e l’intimità di una vita raccontata attraverso i sapori, gli odori e i colori del mondo rurale. Pubblicato nel 2023, questo libro è una vera rivelazione, grazie alla capacità dell'autrice di intrecciare memoria, sentimento e narrativa con grande delicatezza.

Trama

La storia si ambienta in un piccolo paese dell'entroterra abruzzese, un luogo sospeso tra passato e presente, dove la protagonista – che possiamo leggere come un alter ego dell’autrice – ripercorre la sua vita attraverso episodi personali e familiari. L'elemento centrale è la connessione con la natura e il cibo, simboli della memoria e del legame con la propria identità. I fichi di marzo, che danno il titolo al romanzo, rappresentano una metafora potente: un frutto precoce, fragile e inaspettato, capace di racchiudere un senso di nostalgia, ma anche di speranza.

Lo stile della Rapino è lirico, quasi onirico, capace di evocare immagini vivide e cariche di emozioni. La sua scrittura è immersiva, in grado di catturare il lettore grazie a descrizioni che trasportano nei campi, tra i profumi della terra, le mani sporche di lavoro e il calore delle tradizioni.
Le tematiche affrontate sono molteplici e profonde: il senso di appartenenza, il rapporto con la famiglia e con il passato, la condizione femminile in un mondo spesso dominato dalle regole maschili, e il contrasto tra il desiderio di fuga e l'impossibilità di spezzare certi legami.

La protagonista, di cui non conosciamo il nome, è un personaggio complesso, profondamente umano. Attraverso la sua voce, emergono le fragilità, i dubbi e le emozioni di una donna che cerca di trovare il suo posto nel mondo, divisa tra la modernità e le antiche radici della sua comunità. I personaggi secondari, sebbene delineati con tratti essenziali, risultano vivi e autentici, contribuendo a creare un microcosmo ricco di sfumature.

Fichi di marzo è un romanzo che parla al cuore del lettore, un racconto che sa di terra, di amore e di resilienza. È un’opera che celebra il potere della memoria e delle tradizioni, senza mai indulgere nella retorica, ma anzi rinnovandole con una sensibilità contemporanea. Perfetto per chi ama le storie intime e autentiche, che lasciano un segno profondo.

Consigliato a chi cerca una lettura riflessiva

giovedì 5 dicembre 2024

La regina senza trono di Ornella Albanese


La regina senza trono di Ornella Albanese 

Mondadori

La regina senza trono di Ornella Albanese è un romanzo storico che esplora la vita di Amalasunta, una figura storica ostrogota e figlia di Teoderico il Grande. La scrittura dell’autrice si distingue per l’abilità nel mescolare una narrazione emotiva con un'accurata ricostruzione storica, offrendo al lettore un'intensa immersione nel mondo dell'antichità tardo-romana e delle complesse dinamiche di potere.

Contesto storico e trama

Il romanzo si svolge nel VI secolo d.C., un'epoca segnata dalla decadenza dell'Impero Romano d'Occidente e dalla difficoltà degli Ostrogoti nel mantenere il controllo dell'Italia. Amalasunta, regina senza trono, è una donna che si trova in una posizione di grande potere politico, ma anche di vulnerabilità. La sua storia è segnata dalle lotte interne al regno ostrogoto e dalle sue stesse difficoltà nell’affermare la propria autorità in un mondo patriarcale.

Albanese, pur mantenendo un forte legame con la veridicità storica, non trascura gli aspetti più intimi e psicologici della protagonista. Amalasunta è un personaggio complesso, divisa tra l'amore per la sua terra e il desiderio di proteggere il suo popolo, e la necessità di navigare tra alleanze pericolose e tradimenti. Il suo tentativo di governare in un mondo dominato dagli uomini e dalla guerra viene descritto in modo realistico, con una profonda attenzione ai suoi conflitti interiori.

Caratterizzazione dei personaggi

Uno degli aspetti più affascinanti del romanzo è la caratterizzazione dei protagonisti, in particolare quella di Amalasunta. La regina è dipinta non solo come una figura politica, ma anche come una donna che lotta con le sue vulnerabilità. La sua figura è avvolta da solitudine, sospetti e tradimenti, ma anche da una determinazione incrollabile. Albanese non si limita a raccontare gli eventi storici, ma cerca di entrare nella mente dei suoi personaggi, esplorando i loro pensieri e i loro moti interiori.

Un altro personaggio rilevante è il padre Teoderico, la cui figura viene idealizzata in alcune fasi, ma mostrata anche nella sua umanità e debolezza. La relazione tra Amalasunta e il padre è uno degli elementi emotivamente più intensi del libro, con il continuo bilanciamento tra l’amore filiale e l’obbligo di seguire le leggi del potere.

Stile narrativo e linguaggio

La scrittura di Albanese è fluida e ricca di dettagli, riuscendo a immergere il lettore nell'epoca e nel contesto storico, ma senza mai sacrificare la componente emotiva dei personaggi. L'autrice non esita a dipingere i protagonisti come esseri umani fragili e indecisi, ma anche pieni di determinazione e ambizioni. La narrazione è attenta al dialogo e ai dettagli quotidiani, senza tralasciare la grandezza degli eventi storici.

L'elemento psicologico gioca un ruolo centrale nel romanzo, in particolare quando la protagonista deve confrontarsi con le sue paure e il suo destino. La tensione tra il pubblico e il privato, tra i doveri di regina e i desideri di donna, è resa con grande maestria. In alcune parti del libro, l’analisi psicologica dei personaggi sembra prendere il sopravvento sugli eventi esterni, ma questo non appesantisce la lettura, anzi, arricchisce ulteriormente la comprensione delle loro motivazioni.

Ritmo e struttura

Il ritmo narrativo è generalmente equilibrato, con Albanese che alterna momenti di grande tensione politica a introspezioni più lente e riflessive. Tuttavia, in alcuni tratti, la narrazione può sembrare più lenta a causa dei lunghi passaggi descrittivi e delle riflessioni interiori dei personaggi. Questi momenti, pur essendo a volte più ponderati, sono funzionali alla costruzione dei personaggi e permettono di comprendere meglio la complessità della figura di Amalasunta.

La struttura del romanzo si svolge in modo lineare, ma non mancano flashback e salti temporali che permettono al lettore di esplorare il passato della protagonista, le sue relazioni familiari e politiche, e le sue ambizioni per il futuro.

Conclusione

La regina senza trono è un romanzo storico che affonda le sue radici nella tradizione della narrativa storica, ma che si distingue per l'introspezione psicologica e il realismo dei suoi personaggi. Albanese riesce a evocare l'atmosfera dell'epoca, con i suoi intrighi e le sue battaglie per il potere, ma anche a rendere il conflitto interiore della protagonista, una donna che si trova a dover fare i conti con un mondo che non è disposto ad accettarla come sovrana. Il romanzo è adatto a chi apprezza una lettura profonda, che non si limita a raccontare eventi storici ma esplora anche la psicologia e la complessità dei suoi protagonisti.

I fiori di Montmartre di Annalisa Fabbri



"I fiori di Montmartre" di Annalisa Fabbri (Autore) CAPPONI EDITORE 

 "I fiori di Montmartre" di Annalisa Fabbri è un romanzo affascinante e ben documentato che racconta la vita di Suzanne Valadon, una figura carismatica e audace della Parigi di fine '800. Ambientato nella vivace Montmartre, il libro intreccia realtà storica e finzione per narrare l'ascesa di Valadon da modella per celebri artisti come Renoir e Toulouse-Lautrec a pittrice affermata, sfidando le convenzioni sociali del suo tempo. La protagonista emerge come simbolo di emancipazione artistica e sociale, capace di infrangere le rigide convenzioni del suo tempo. L'opera utilizza una struttura narrativa che alterna passato e presente, iniziando dal funerale della protagonista e ricostruendo, attraverso flashback e memorie, le tappe principali della sua vita.

 L’ambientazione nella Parigi bohémienne di fine Ottocento è resa con cura, evidenziando il fermento creativo e i contrasti sociali del quartiere di Montmartre. La descrizione degli ambienti, unita al carattere intenso e sfaccettato dei personaggi, permette di cogliere le sfumature emotive e psicologiche di un'epoca dominata da passioni, arte e trasgressione. La narrazione enfatizza le dinamiche relazionali tra Suzanne e le figure centrali della sua vita, tra cui il figlio Maurice Utrillo. La complessità del loro rapporto riflette temi di sofferenza, creatività e resilienza, in un continuo intreccio tra la lotta personale e la grandezza artistica. Grazie a una scrittura precisa e immersiva, il romanzo non solo celebra la figura di Suzanne Valadon ma offre una riflessione più ampia sull’arte, sul ruolo delle donne e sul peso della memoria storica. Se ami le biografie romanzate o sei interessato al mondo dell'arte, I fiori di Montmartre è una lettura altamente consigliata.

Breve approfondimento sulla protagonista

Suzanne Valadon (1865-1938) fu una figura emblematica della Parigi bohémienne di fine Ottocento, un'artista libera e anticonformista che sfidò le convenzioni sociali e artistiche del suo tempo. Nata Marie-Clémentine Valadon in una famiglia umile, crebbe nella miseria e iniziò a lavorare giovanissima come sarta, acrobata e modella per pittori famosi, tra cui Puvis de Chavannes, Renoir e Toulouse-Lautrec. Questi ambienti la introdussero al mondo dell'arte, e non tardò a farsi strada come pittrice di talento, nonostante i pregiudizi contro le donne artiste. Nella vivace Montmartre, tra mulini a vento, caffè affollati e un clima carico di creatività e trasgressione, Suzanne non fu solo musa di grandi maestri, ma anche una rivoluzionaria del pennello. Degas, che riconobbe subito il suo genio, divenne un mentore fondamentale. Il suo stile, caratterizzato da tratti audaci e una profondità emotiva straordinaria, la rese un'osservatrice unica della vita quotidiana e delle relazioni umane. La vita privata di Suzanne fu altrettanto intensa: madre giovanissima di Maurice Utrillo, ebbe una relazione conflittuale con il figlio, segnato dall'alcolismo e da un'esistenza tormentata, ma destinato a diventare uno dei maggiori pittori della scuola di Montmartre. Suzanne intrecciò amori con uomini di diverse età e status, mantenendo sempre la sua indipendenza e il suo spirito ribelle. Il racconto del suo funerale, immaginato come un momento d'incontro tra gli artisti, i poeti e gli amanti che animarono la sua esistenza, simboleggia l'eredità di una donna che visse e creò contro ogni aspettativa. Le passioni di Suzanne e Maurice, le loro dipendenze e i loro tormenti si intrecciano in una narrazione che celebra non solo la loro arte, ma anche la loro complessa umanità. Il misterioso mazzo di nontiscordardimé lasciato ogni lunedì sulla sua tomba evoca il segno indelebile che Suzanne Valadon lasciò nella vita di coloro che la conobbero e nella storia dell'arte, un monito silenzioso e commovente a non dimenticare mai il coraggio di una donna straordinaria.

domenica 1 dicembre 2024

Oggi vi parlo di "Sakuntala", uno spettacolo teatrale 'vissuto" lo scorso 9 novembre


Oggi vi parlo di "Sakuntala", uno spettacolo teatrale 'vissuto" lo scorso 9 novembre, presso il teatro Sala Fellini di Faenza. 

Il testo, originariamente scritto da Gennaro Francione, è stato riadattato dal regista e attore Antonio Demian Aprea, che ha tratto  ispirazione anche dal romanzo di Annalisa Fabbri, "Ero l'amante di Rodin. Vita vissuta di Camille Claudel"

"Sakuntala" è uno spettacolo teatrale diretto e interpretato da Demian Aprea e Ilaria Sartini, che esplora la vita tormentata di Camille Claudel, scultrice francese conosciuta per la sua relazione passionale con Auguste Rodin. Lo spettacolo  ha vinto il premio come miglior allestimento al Festival del Teatro Patologico di Roma nel 2024.

La rappresentazione si concentra sulla lotta di Camille per emergere come artista in un mondo dominato dagli uomini, la sua ribellione contro i ruoli imposti alle donne e la sua tragica fine, culminata nel suo internamento in manicomio. Lo spettacolo rivela la sua forza emotiva e la sua sofferenza, dando voce a una figura che nella sua epoca è stata messa a tacere dalla società patriarcale.

In Sakuntala, la forza del dramma risiede non solo nella scrittura ma anche nella performance dei suoi attori, che riescono a trasmettere un'intensità emotiva straordinaria. Ilaria Sartini, nel ruolo di Camille Claudel, dimostra una padronanza assoluta della sua parte, regalando una performance che oscilla tra la dolcezza e la disperazione. La sua Camille è una donna che lotta per il riconoscimento nel mondo dell'arte, ma che è anche costantemente oppressa dalla sua condizione di donna in una società patriarcale. La sua interpretazione è sottile, ricca di sfumature, che vanno dalla rabbia al dolore, ma anche alla speranza di trovare una voce propria nel mondo.

Demian Aprea, nel ruolo di Auguste Rodin, completa perfettamente il quadro. La sua interpretazione del celebre scultore è complessa, e riesce a trasmettere non solo il fascino che Rodin esercitava sugli altri, ma anche i suoi dubbi, le sue incertezze e la lotta interiore tra l'amore per Camille e la sua ambizione artistica. La chimica tra i due protagonisti è palpabile, con il conflitto tra loro che emerge in ogni scena, come una tensione che non si risolve mai completamente, ma che si trasforma in una potente riflessione sull'amore e sull'arte.

La regia di Aprea e Sartini sfrutta l'intimità del palco per creare un'esperienza emotiva che coinvolge profondamente il pubblico. La scenografia essenziale permette agli attori di dominare la scena, mentre i pupazzi e le sculture diventano elementi simbolici che accentuano la tematica del sacrificio artistico e della solitudine. La musica dal vivo, eseguita da Aprea al violino, aggiunge un ulteriore strato emotivo, facendo da contrappunto alle emozioni espresse dai personaggi e accompagnando lo spettatore in un viaggio emotivo che è tanto personale quanto universale.

In questo contesto, Sakuntala non è solo un racconto sulla vita di Camille Claudel, ma diventa una riflessione profonda sulla passione, sull'arte e sul destino delle donne che sfidano le convenzioni del loro tempo. Ogni attore contribuisce a rendere il tutto vibrante e pieno di vita, facendo di questo spettacolo un'esperienza teatrale che coinvolge e lascia il segno.


I superbi. Una donna fra amori e vendette di Corrado Occhipinti Confalonieri

 


I Superbi di Corrado Occhipinti Confalonieri è un romanzo storico che si svolge nel cuore del Rinascimento italiano, in un periodo segnato da ambizioni politiche, intrighi e conflitti. Ambientato nel 1545 a Piacenza, il libro segue le vicende della famiglia Confalonieri, intrecciando la storia di Gianluigi, coinvolto in un complotto contro il Duca Pier Luigi Farnese, e della sua moglie Elisabetta, che dovrà affrontare le conseguenze di queste scelte e proteggere la sua famiglia a qualunque costo.

Il punto focale del romanzo è la figura di Elisabetta, una donna forte e determinata, che si fa protagonista in un contesto dominato dagli uomini. Il romanzo esplora il suo amore incondizionato per la famiglia e il sacrificio che comporta il suo ruolo di moglie e madre in un mondo che raramente riconosce il valore femminile. Le donne come Elisabetta sono costrette a navigare in un mare di emozioni contrastanti, che vanno dalla fedeltà all’amore, dalla vendetta al sacrificio.

La narrazione si distingue per il suo equilibrio tra fatti storici e fiction, dove i personaggi prendono vita grazie a un ritratto psicologico ben strutturato. Occhipinti Confalonieri mescola abilmente la storia di Piacenza, la politica del tempo e le emozioni personali, creando un racconto ricco di tensione e colpi di scena. L’autore non si limita a una descrizione superficiale del periodo storico, ma esplora profondamente le sue implicazioni umane, senza tralasciare il dolore e la fatica delle scelte morali difficili.

In definitiva, I Superbi è un romanzo che fa riflettere non solo sulla storia e la politica, ma anche sui temi universali della lealtà, del potere e della famiglia. Un’opera che, con il suo ritratto delle sfide quotidiane di donne e uomini del Rinascimento, sa emozionare e coinvolgere il lettore.














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