Emily Pigozzi
"Figli delle stelle"
TITOLO: Figli delle stelle
AUTORE: Emily Pigozzi
EDITORE: Self publishing
GENERE: Erotico romance contemporaneo
NUMERO PAGINE: 260
DISPONIBILE IN: ebook e cartaceo
AMBIENTAZIONE: Italia - Europa
POV: alternati
DATA DI USCITA: gennaio 2019
LINK DI ACQUISTO:Amazon
Sinossi
«Non dirmi che non ti va di giocare.»
«No. Non così. Io…»
Giò fa per divincolarsi. È spaventata, lo vedo dal tremore leggero delle labbra, dal tono della sua voce. E una parte di me grida, vorrebbe sapere che cosa la spaventa tanto, perché ha così paura. Ma un’altra, l’altra parte, impazzisce dal desiderio nel vederla così vulnerabile.
Potrebbe essere chiunque, ma adesso siamo insieme, lontani dal mondo.
E lei è in mio potere. Completamente mia.
Rafael Venturi vive per correre. La velocità è nel suo dna, scritta nelle stelle fin dalla sua nascita. Figlio di un campione del mondo di Formula uno prematuramente scomparso, per lui la vita è una gara, una sfida con i suoi demoni e l’impulso continuo a scattare a trecento all’ora senza voltarsi indietro, fino al traguardo. Finché un brutto incidente in pista lo costringe a rallentare e a mettersi in discussione. E una notte, in fuga, salva un ragazzino che fa l’autostop da un’aggressione. Solo che non si tratta di un ragazzino, ma di una misteriosa ragazza dall’aspetto di elfo e dal piccolo corpo nervoso e sensuale.
Gioia, detta Giò perché come gli confessa con ironia la gioia non la riguarda, e Rafael si avventureranno in un esaltante viaggio on the road alla scoperta delle loro paure, senza regole se non quella di un’attrazione impossibile da dominare.
Ma chi è davvero Giò? Da cosa sta scappando?
E la passione sarà la chiave giusta per vincere davvero? Ogni viaggio nasconde un segreto. Una vittoria. Un amore da conquistare.
La notte è un lungo confine nero. Temporali vanno e vengono, ma io non ho paura. Non qui, tra le braccia di Rafael che mi accolgono. Non so quante volte facciamo l’amore. Lui regala un ritmo al nostro piacere entrando e uscendo da me, mentre io lo accolgo ogni volta senza riuscire a smettere. Mi scopa con forza e con dolcezza, come se non esistesse altro al mondo, concentrandosi sul mio godimento, e poi ancora con foga, scuotendo la testa, con affondi violenti e rapidi, come se dovesse dissetarsi.
E poi stiamo nel dormiveglia, senza smettere un attimo di toccarci, i corpi sudati e carichi di umori che aderiscono l’uno all’altro. Non sentiamo la fame né la sete, solo l’immane desiderio di appartenerci. Un tocco per il nostro desiderio, un tocco per il mio cuore affamato. Uno dopo l’altro, ancora una volta, senza sosta.
«In ogni posto dove ci fermiamo ci diamo dentro. Comincio a pensare che facciamo delle soste solo per questo» mormora al mio orecchio, succhiandomi il lobo, in un momento di veglia.
«Se continuiamo così, tra poco ci cacceranno. Siamo un po’ troppo rumorosi, mi sa.»
«Considerato che è notte fonda, che fuori diluvia e che non sappiamo nemmeno dove siamo, non sarebbe una gran mossa» ridacchia baciandomi piano, la voce roca e rilassata, già mezzo addormentato.
«Rafael» dico di colpo, il tono tremante e pieno di tutti i dubbi che mi attanagliano il cuore. Perché sto bene. Troppo bene. E io non posso stare così bene, è assurdo. Oppure no?
«Dimmi.»
«Cosa succede quando vedi solo la tempesta, e sembra tutto nero?»
«Si aspetta che passi, credo.»
«A… a che punto è la pioggia?»
«Forse ha smesso. C’è silenzio, adesso» mi risponde lui, scivolando nel sonno.
A che punto è la pioggia, Rafael. A che punto è il temporale. Quello che infuria sulle nostre teste, e quello dentro di me. Violento, frustante. Freddo come il ghiaccio. È finito l’orrendo frastuono che ho nella testa? Quel rumore che non vuole andarsene?
Rafael Venturi: Ventitrè anni, pilota di auto da corsa; suo padre era un famoso pilota di Formula uno, sua madre una modella.
Gioia detta Giò: diciottenne che gira in autostop, ama i graffiti, è una writer e fugge da qualcosa che la terrorizza. Odia i temporali e, a prima vista, sembra un ragazzo.
Non hanno nulla, in comune, Rafael e Giò, ma in realtà si riconoscono dal primo sguardo e capiscono che non possono più allontanarsi l’uno dall’altra perché sono simili e perché entrambi fuggono dalle loro paure e combattono i loro demoni. Portano nel corpo e nell’anima delle ferite profonde e, quasi per caso, o forse per destino, intraprendono insieme un viaggio che non li condurrà solo nel luogo in cui Rafael è diretto. Quel viaggio li condurrà dentro di loro, dentro le loro paure e dentro i loro sentimenti.
Come mio solito mi fermo qui, e della storia non svelerò più nulla perché la dovete leggere. Come mio solito voglio soffermare l’attenzione su Emily Pigozzi e sul suo stile. Di Emily ho letto tutti i romanzi, credo di averlo detto più volte, ma se lo faccio un motivo ci sarà, giusto? La scrittura, fluida e scorrevole come sempre, questa volta ha anche qualcosa in più: riesce a commuovere anche il lettore meno romantico. Il punto di vista alternato ci dà la possibilità di conoscere meglio Rafael e Giò, e ci offre i loro pensieri senza filtri, al fine di farci entrare, piano piano, nelle loro storie, nel loro passato e nelle loro paure che, a volte, diventano quasi tangibili. La storia si scopre un po’ alla volta e, anche se l’avvio è un po’ lento, rispetto alle altre storie di Emily, quando si entra nel corpo della narrazione si capisce che l’autrice ha voluto prepararci a quello che scopriremo.
Bella la descrizione dei luoghi che Rafael e Giò visiteranno. Belle, appassionate e mai volgari le pagine dedicate all’erotismo e alla passione. I dialoghi sono adatti a due ragazzi giovani che, però, hanno un passato pesante e che non hanno una visione idilliaca della vita e del futuro. Bello, infine, il messaggio nascosto fra le righe: la vita ci può sconfiggere mille volte ma non dobbiamo mai smettere di lottare.
Se volete fare un bel viaggio godetevi “Figli delle stelle” di Emily Pigozzi.
L’autrice: