domenica 8 ottobre 2017

Le recensioni di Maria Sabina Coluccia - Antonino Tarquini- L'eccezionalità dell'anonimato


Antonino Tarquini
L'eccezionalità dell'anonimato




Di Maria Sabina Coluccia
“L’eccezionalità dell’anonimato, un libro di racconti brevi, su argomenti grevi, di cui non si sentiva il bisogno” recita il titolo della raccolta di testi di Antonino Tarquini, pubblicato da Erga Edizioni. Racconti brevi? Insomma, alcuni sì altri no. Racconti grevi? Di peso e densità diversi. Diciamo racconti che attraversano i pensieri di chi legge e fanno scattare corti circuiti. Scintille che bruciano la mente e infiammano l’animo.
Racconti di cui non si sentiva il bisogno, dice ancora il titolo, forse, ma che ora ci sono e non possono essere ignorati. Storie che lasciano, a lettura ultimata, un bottino importante, greve come un macigno, e allo stesso tempo lieve come la risata cristallina di un bambino, o lo sciabordio dell’acqua che si infrange sugli scogli. Scrosci di consapevolezza, che spruzzano lampi di verità scomode e insolite. 
Dodici racconti, di cui uno, Il matto e il curioso, sviluppato in tre parti. All’apparenza slegati, sviscerano i grandi temi che da sempre assillano l’animo umano. Ognuno di essi ha un insegnamento. Alcuni di questi racconti sono di più immediata presa sul lettore, per altri è necessaria una lettura reiterata. Tutti lasciano una sensazione precisa. C’è il racconto amaro, quello acido, quello dolce, piccante e salato. Al lettore il gusto della scoperta e del relativo abbinamento. A noi sono piaciute alcune storie in particolare: Coup du Sort, essere presi alla letteraIl tavolo dei marginali, Whatsapp e il M5SLe storie da fiaba nella realtà. Cos’hanno di speciale quelle storie? Coup du sort, essere presi alla lettera, per esempio è tragico e ha un sapore amaro, tanto amaro. Amore e morte, binomio indissolubile nella letteratura di ogni tempo, trova qui la sua triste apoteosi. Assaggiamolo insieme. “Se si arriva al Nirvana è difficile tornare indietro. La felicità è un’arma a doppio taglio, quando la vivi non puoi farne più a meno. Quindi fammi smettere di respirare e la chiudo qui, passerò dal paradiso al paradiso”. Luigi e Lia, morti ammazzati nella strage del Bataclan, a Parigi, al concerto degli Eagles of Death Metals. “Non volevo essere preso alla lettera, così, credimi” sono le ultime parole di Luigi, già ferito nella sparatoria, prima di morire, rivolte al suo amore, Lia, che chiuderà con lui i suoi occhi sulla vita e sul futuro. E già per digerire queste parole, ci vuole uno stomaco forte. Continuiamo gli assaggi d’amore, nel racconto Le storie da fiaba nella realtà. Si muore anche qui. Non è una morte fisica, ma ideale e sentimentale. Finisce l’illusione, la speranza, il sentimento nutrito e coccolato in un tempo fuori dal tempo, in uno spazio diverso dal quotidiano, eppure intriso di quotidianità. “Mi sei entrata dentro senza che ci sfiorassimo, addirittura senza vederci”. Qui ci sono un uomo innamorato e una ragazza contesa. Il loro sentimento scivola sui tasti di un computer e si intreccia in un contatto virtuale che sì tecnologico, ma è capace di far toccare i cuori dei due giovani. “Mi eri entrata visceralmente dentro, ed era proprio per recuperare terreno che avevo deciso di prendere il treno, lasciare la mia vita quotidiana…e fare questo viaggio”, afferma il protagonista maschile. E ancora: “già era inusuale fare una cosa del genere, farla per una ragazza che non conoscevo, e che non avevo mai visto, poi denotava il mio principio di pazzia”. Amore nato sul social, amore morto nella realtà, nel momento in cui lei apre la porta di casa non al suo innamorato lontano, conosciuto su facebook, ma al modello che le ha rubato il cuore. Alla fine di questo racconto raccogliamo ciò che resta di un cuore sbriciolato: sapore dolce-amaro.
Andiamo avanti, anzi in realtà torniamo un po’ indietro, e ci soffermiamo su Lette Raperta. Non è un orrore di grammatica, e neppure un errore di battitura. È l’inno all’amore che non ci aspetteremmo mai. Come suonano le lettere d’amore, di solito? Più o meno cosi: ti amo perché. E giù a elencare le mille virtù e qualità, e le bellezze interiori ed esteriori della donna desiderata e amata. Ecco, scordatevi tutto ciò. Questa è una dichiarazione d’amore alla rovescia e accidenti se colpisce! “Ti odio perché con te sono felice” e ancora, “ti odio perché credo di amarti”. Piccante e dolce allo stesso tempo.
Dicevamo all’inizio, che altri racconti ci hanno favorevolmente colpito. Il tavolo dei marginali per esempio, porta in primo piano personaggi secondari, come il lui della canzone Pazza idea, di Patty Pravo; Tinio, il figlio di Tonio, personaggio che si incontra al sesto capitolo dei Promessi Sposi, legato a Don Abbondio in un losco affare poi saltato, e Piero, della Guerra di Piero, di De André. Infine ridiamo con gusto e una punta di amarezza, con Whatsapp e il M5S, piccolo spaccato di satira sulla comunicazione veloce moderna, così diretta, così impietosa. 
“Lucia Wind2 ha creato il gruppo Regalo di laurea per Alfredo”.
Lucia 2WIND: “ragazzi cosa regaliamo ad Alfredo per la laurea? Iniziamo per tempo”
SIMO.SIFFREDI: “Quale laurea?”
MARIOMESSI: “Quanto dobbiamo mettere @titti 90 non buttarti giù, ci facciamo una cenetta come l’altra volta e passano i problemi”.
BRUNO: “ragazzi voi scrivete ossessivamente. Avete rotto. Silenzio il gruppo”.
“Lucia 2Wind è uscita dal gruppo, vuoi eliminare definitivamente il gruppo? La risposta unanime è SI’.” 
Conclude l’autore: “l’invenzione del gruppo Whatsapp e il relativo uso hanno dimostrato che la tanto decantata democrazia diretta, baluardo del Movimento 5 Stelle e consistente nel rimettere qualsiasi decisione, ogni volta, alla base per farla votare a maggioranza è un sistema che non funziona. Assolutamente”. Il resto della conversazione invece, è da leggere tra le pagine di questo racconto, concludiamo noi, assolutamente. Interessanti anche gli altri racconti, più intimisti, forse, che inducono il lettore a rivolgere lo sguardo all’interno di sé, piuttosto che fuori. 

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